L’assessore Benini: “Un plauso ai senesi che hanno messo soldi per il campo di Ovile”

“Non sarò il massimo dell’intelligenza ma nemmeno tonto”. Ha utilizzato questa espressione colorita l’assessore comunale Paolo Benini per parlare della vendita del campo da calcio alle fonti di Ovile. Il tema è stato discusso in consiglio comunale a seguito di una interrogazione presentata dai consiglieri del Partito democratico. E’ stato l’ex sindaco Bruno Valentini ad illustrare il testo. In sostanza, i consiglieri del Pd chiedevano che il bene rimanesse di proprietà pubblica e che potesse essere semplicemente affidata la gestione dello stesso senza arrivare all’alienazione.

Così Valentini: “L’assessore Paolo Benini dichiarò che aveva fatto togliere il campino delle fonti di Ovile dai beni comunali in vendita. Poi invece il Comune ha inserito quella struttura tra i beni alienabili per 70 mila euro. L’area urbanistica è contrassegnata come zona pubblica a verde e ci sono due progetti, l’Horizon e il bando periferie, che potrebbero servire a recuperare il campo di Ovile. Era quindi proprio necessario venderlo, vista anche l’esiguità dell’incasso? Si poteva mantenere la struttura di proprietà pubblica, andando semplicemente ad affidare la gestione a privati”.

L’assessore Benini ha ripercorso la vicenda: “Ci sono state tante chiacchiere e zero fatti”, ha affermato al riguardo il membro della giunta comunale che è guidata dal sindaco De Mossi. “All’epoca – ha aggiunto – tolsi il bene da quelli alienabili perché mi fu espresso l’interesse al riguardo da alcune rappresentanze importanti della città come la contrada del Bruco, il gruppo sportivo dell’Alberino e marginalmente dalla contrada della Lupa. In realtà poi non fu presentato nessun progetto. Siamo andati avanti nel confronto ma per lungo tempo ho dovuto andare io ad inseguire le parti perché nel concreto non stava emergendo niente. Successivamente fu coinvolta anche la Uisp, ma poi mi dissero che non sarebbero mai rientrati dei costi necessari per rimettere a posto la struttura. Quindi a parole quel campino interessava a tutti, tuttavia nei fatti rimaneva uno sterpaio e un deposito di siringhe. Adesso, invece, da varie parti ci dicono che in quel campino avrebbero voluto fare questo o quest’altro. Faccio un plauso a chi ci mette dei soldi propri perché fino ad oggi avevamo sentito tante chiacchiere ma visto zero fatti”.

Gennaro Groppa