L’intervento del Presidente della CNA, Paolo Parodi, ha giustamente portato all’attenzione un problema importantissimo per la nostra città: come ridare nuove occasioni di lavoro alle imprese del settore edilizio mentre tante nuove costruzioni rimangono vuote e inutilizzate.
Ho già detto che ritengo disastrosa la politica urbanistica condotta negli ultimi dieci/vent’anni dal Comune di Siena, con la realizzazione di troppi nuovi edifici che hanno consumato territorio, cementificato aree di interesse paesaggistico e che non sono nemmeno serviti ad offrire nuove abitazioni perché, in presenza di una crisi economica generale, i prezzi sono rimasti troppo elevati.
Questi palazzi vuoti che hanno compromesso l’aspetto della nostra periferia, sono una dolorosa prova dell’impoverimento morale e materiale della città.
Di fatto la politica urbanistica sembra essere stata dettata dagli immobiliaristi e dalle grandi imprese di costruzioni, piuttosto che da un Comune che guardasse agli interessi generali di tutti i cittadini.
Le piccole e medie imprese del settore edile e dell’indotto, hanno bisogno oggi di avviare una profonda innovazione per trovare spazi nuovi di lavoro, ma dovranno essere inserite all’interno di una nuova politica comunale che sappia farsi perno di una sistema nuovo.
Le ristrutturazioni di edifici obsoleti e la messa in sicurezza anche dal punto di vista antisismico, la loro riqualificazione energetica attraverso l’impiego delle energie rinnovabili, la regolare manutenzione della rete del servizio idrico (invece di pensare a grandi opere impensabili per i costi eccessivi e di fatto riservate a imprese esterne alla città), la creazione di nuove e più specifiche professionalità nei settori del restauro e del tradizionale artigianato artistico: ecco alcune idee che andrebbero approfondite. Senza trascurare naturalmente che gli enti pubblici dovranno garantire pagamenti regolari per i lavori fatti dalle piccole imprese e che il sistema del credito dev’essere chiamato a collaborare, mentre al momento risulta che solo poche banche sostengono le attività economiche del territorio.
Alla CNA e alle altre organizzazioni economiche rivolgo il mio invito a confrontarsi, per approfondire le tematiche e mettere a punto iniziative praticabili dalla nuova amministrazione che si insedierà dopo le elezioni.
Ormai dovrebbe essere chiaro per loro che l’avere scelto come unico interlocutore il PD non è stato produttivo di risultati, perché la crisi del Monte dei Paschi si riflette anche sulle loro attività.
Vorrei invitare anche a la CNA a prendere atto che per creare nuove occasioni di lavoro e far riprendere l’attività è indispensabile avviare una nuova politica comunale, che tagli con il passato cambiando uomini e idee, che sia in grado di guardare agli interessi di tutti.
Laura Vigni