I gruppi consiliari del Pd, di Per Siena e In Campo intervengono sul tema del regolamento dei consigli di area. “Alla fine dell’anno scorso – si legge nella nota – il consiglio comunale cancellò inesorabilmente l’esperienza delle consulte territoriali elette direttamente dei cittadini. Tutte le minoranza consiliari avevano espresso la propria disponibilità a collaborare per migliorare quell’esperienza, ma fu tutto inutile, perché le consulte territoriali non erano buone, perché appunto pensate prima dell’attuale amministrazione. Oggi la commissione decentramento licenzia con i soli voti favorevoli della maggioranza il regolamento dei consigli di area, corrispondenti grosso modo agli ambiti delle vecchie circoscrizioni, che sostituiscono i rappresentati delle consulte territoriali eletti direttamente dai cittadini con un consiglio di area, appunto, composto per ogni zona da 8 componenti, nominati dal sindaco su proposta del consiglio comunale secondo il principio di proporzionalità fra maggioranza e minoranza (4 di maggioranza, 2 di minoranza e 2 iscritti spontaneamente ad un albo predisposto appositamente per tali nomine, scelti discrezionalmente dal sindaco). I coordinatori dei consigli di area saranno naturalmente tutti espressione della maggioranza e, comunque, revocabili in via straordinaria su comunicazione motivata del sindaco e successiva delibera di revoca da parte del consiglio di area medesimo. Il sindaco e-o consigliere delegato seguirà l’attività dei consigli senza diritto di voto, e si farà tramite con l’amministrazione e lo stesso consiglio comunale per pareri che interessino il territorio di competenza o le priorità di intervento del bilancio”.
“Quindi – si legge ancora nella nota delle minoranze – da una parte si passa ad un meccanismo di partecipazione basato non più sull’elezione diretta da parte dei cittadini, ma sulla nomina da parte del sindaco, su proposta del consiglio comunale; dall’altra si continua a sovraesporre il ruolo dei consiglieri delegati, che, nel confronto con la cittadinanza, rischia di confondersi con quello degli assessori, producendo un conflitto permanente di interesse tra la proposta amministrativa che il consigliere delegato raccoglie nei consigli di area e nelle relative assemblee e gli atti di programmazione e di bilancio che lo stesso consigliere andrà poi a votare. Infine, si sottolinea la natura sperimentale dei consigli di area, rivedibile, ogni anno, nei tre anni successivi; nello stesso modo, si sarebbe potuto rivedere anche il progetto delle consulte territoriali, migliorabile come ogni strumento che voglia coinvolgere davvero i cittadini nelle scelte sulla città, però conservando il valore dall’elezione diretta”.
“Tutto questo – prosegue l’intervento – denota una chiara tentazione di introdurre un decentramento politico non a favore dei cittadini, ma delle loro rappresentanze. Ne deriva un sistema di partecipazione rigido e limitato dai meccanismi di nomina, che riproducono i rapporti di forza tra maggioranza e minoranze in consiglio comunale, confondendo la logica del governo con quella della partecipazione, la quale, invece, ha il compito di migliorarlo e che, quindi, deve andare oltre agli schemi per accrescere la responsabilità sociale e diffusa dei cittadini e delle loro organizzazioni. Così si rischia una partecipazione burocratica di ‘stretta osservanza’, invece di un coinvolgimento autentico dei cittadini in un percorso di confronto quotidiano e di crescita collettiva, necessario per affrontare le sfide di ogni futuro. Non a caso, la stessa maggioranza ha punti di vista diversi, che fanno nascere già debole una scelta che non aiuta la crescita della partecipazione dei cittadini. Ecco perché daremo battaglia su questa questione, prima, durante e dopo, dentro e fuori, proprio in nome dei valori della partecipazione e della responsabilità”.