Medici e infermieri, professionalità entrambe necessarie. “Medico e infermiere – prosegue il capogruppo Pd – sono personalità diverse e distinte, entrambe necessarie perché complementari a intervenire nell´emergenza per salvare vite umane. Non ha senso contrapporre gli uni agli altri, anzi sarebbe un esercizio dannoso al funzionamento della macchina sanitaria. Non possiamo addossare agli infermieri dell´emergenza tutta la responsabilità di salvare o perdere una vita umana. Questa responsabilità deve essere non solo condivisa, ma per gran parte attribuita a chi, anche giuridicamente, ha il compito di formulare la diagnosi medica e di prescrivere la terapia. E´ prima di tutto ingiusto chiedere agli infermieri di surrogare i medici, così come non si può mortificare la professione medica chiedendo loro di accettare questo stato di cose. La Regione – dice Bianchi – deve porre rimedio al fenomeno denunciato dalla direttrice della Asl 7”.
Polemica inutile, la minoranza alimenta confusione. “Vorrei poi sottolineare – prosegue Massimo Bianchi – che una frase pronunciata all´interno di una discussione, seppure attribuibile alla direttrice della Asl 7, non può essere confusa con le politiche sanitarie regionali. Magari ci vorrebbe più accortezza anche da parte di quei consiglieri regionali che avrebbero il compito di valorizzare le differenze di opinione e di interpretarle, piuttosto che esaltarle, dimenticando il proprio ruolo istituzionale, alimentando polemiche e creando scompiglio in un settore già di per sé complesso, dov´è in gioco la salute dei cittadini toscani. Piuttosto che discutere su dove la dottoressa Benedetto preferisca farsi curare, sarebbe opportuno confrontarsi sulle politiche sanitarie regionali e sulle soluzioni che, come istituzioni, possiamo mettere in campo per migliorarle”.
I rappresentanti delle istituzioni si confrontino sui problemi della sanità toscana. “Le priorità della sanità toscana intorno alle quali i rappresentanti delle istituzioni sono chiamati a confrontarsi – prosegue il capogruppo Pd – sono ad esempio il nuovo Piano sanitario e sociale integrato per il quinquennio 2011-2015, attualmente in fase di elaborazione, che la Regione dovrebbe varare a fine anno. Dal punto di vista della governance locale, sarebbe forse opportuno sperimentare nuovi metodi di consultazione e di dialogo con i cittadini e le associazioni. Forse, invece di un´unica assemblea con tutti gli operatori del territorio, sarebbe più utile se la commissione Sanità del Consiglio regionale ricevesse separatamente tutte le associazioni del territorio, per coinvolgerle in una discussione più approfondita sulle varie problematiche, sulle necessità di ogni singola realtà e per capire i rispettivi punti di vista sulla nostra sanità”.
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