Se anche il Viceministro all’economia, Stefano Fassina, esponente di primo piano del Partito Democratico nazionale, esprime preoccupazione per la mancata nomina del Presidente della Fondazione Mps dopo due sedute andate a vuoto, cosa dovrebbe dire la comunità senese che ancora una volta è sotto scacco da un partito egemone che con il proprio consenso ha ridotto la città ai livelli più bassi che la storia ricordi?
In un contesto di estrema criticità della città e in un momento molto delicato per la Banca, la Fondazione Mps, ancora azionista di rilievo della propria conferitaria, deve poter interloquire con i suoi vertici per affrontare il nuovo corso cui è chiamata ad affrontare.
Nel ridisegno della nuova governance del nostro istituto di credito, la Fondazione deve svolgere il ruolo di attore di primo piano e tracciare il percorso da intraprendere assieme agli altri proprietari della Banca.
Al di là dei nomi, sui quali si stanno sperticando le correnti del Pd senese e i movimenti politici Cittadini di Siena assieme all’Associazione Pietra Serena, c’è bisogno di un assetto interno alla Fondazione che sia stabile, forte e autorevole che pensi e ri-disegni il proprio ruolo e il proprio futuro.
Per questo occorre che tutti i deputatati arrivino a determinazioni definitive al più presto, oltrepassando l’ostacolo che le vecchie logiche politiche frappongono fra l’interesse di parte e quello comune.
Meglio decisioni condivise da tutta la deputazione, ma se la disarticolazione del potere, a favore di una scelta efficace, deve passare attraverso una votazione a maggioranza, ben venga questa azione nell’esclusivo interesse di Siena.
Moderati di Centrodestra