Il ricorso alle primarie del PD dello scorso novembre ha sicuramente dato un po’ di entusiasmo all’elettorato di sinistra, anche se la preferenza accordata al candidato Bersani e l’esito del voto del 24 e 25 febbraio ha appannato un evento di per sé positivo, se non altro nei principi ispiratori.
Non analogo entusiasmo avevano suscitato le primarie comunali della coalizione di sinistra che si era limitata ad un duello alla camomilla tra Franco Ceccuzzi e Pasquale D’Onofrio risoltosi nel risultato scontato a favore del candidato del PD anche se con una partecipazione popolare davvero deludente.
Tuttavia se le primarie sono tali, appare davvero risibile che ad esse debbano far seguito le ‘secondarie’ recentemente proposte dal PD alle forze politiche del centrosinistra.
Le primarie già celebrate hanno espresso una prima scelta, venuta meno per l’abbandono della competizione da parte di Ceccuzzi, e come seconda opzione Pasquale D’Onofrio.
Nulla è cambiato nelle direzioni dei due partiti comunali di riferimento (PD e SEL) ed è quindi impossibile pensare che si voglia cambiare direzione politica ed effettivamente rinnovare rispetto al più recente passato.
Per quale motivo, dunque, Pasquale D’Onofrio non dovrebbe essere considerato più idoneo a candidarsi alla carica di sindaco?
Analoga considerazione vale per le formazioni politiche dei Riformisti e Siena Futura.
Quali ragioni dovrebbero o potrebbero indurre queste formazioni a partecipare a nuove primarie (o meglio alle ‘secondarie’)?
Il deterrente che li ha indotti a non partecipare al precedente confronto era forse Ceccuzzi?
Cosa sarebbe cambiato ora con una direzione locale del PD sempre in mano ai suoi uomini fedeli?
E’ evidente che le ‘secondarie’ altro non sono che un espediente del PD per cercare di recuperare una credibilità difficilmente recuperabile in assenza di un rinnovamento degli organi di partito profondamente legati a chi, pur essendosi ritirato dalla corsa, ne ha indirizzato le principali scelte.
Giuseppe Giordano – Movimento Civico Senese