Politica

Non funziona il wi-fi, al concorso per due posti in Comune tutti ammessi all’orale

Sarebbero stati problemi di copertura del wi-fi a bloccare e ad impedire di fatto lo svolgimento della prova di selezione, al Santa Maria della Scala, per il concorso per due posti da istruttore amministrativo al Comune di Siena. E così tutti i partecipanti, circa 200 persone, senza poter effettivamente svolgere la prima parte del concorso sono stati ammessi di diritto alla seconda parte, vale a dire all’orale.

Commenta il consigliere comunale del Pd Bruno Valentini: “I concorsi pubblici dovrebbero essere una roba seria, ma evidentemente non al Comune di Siena. Gli iscritti sono quasi 400 ma si presentano in circa duecento, divisi in due gruppi, a distanza di qualche ora. I primi cento entrano nelle grandi sale del Santa Maria della Scala, immagino un po’ emozionati. Controllo dei documenti, consegna a ciascuno di un tablet per rispondere alla domande, assegnazione del posto a sedere. Prima uno, poi un altro, poi un altro ancora segnalano che i tablet non si collegano. Non c’è linea, non c’è campo, come accade talvolta nei boschi della Montagnola o nei vigneti del Chianti. Apprensione, incertezza, caos. La commissione comunale cosa fa? Annulla la prova e la rinvia? No, decide che tutti saranno ammessi alla prova successiva. I primi cento candidati sono perplessi, ma forse qualcuno tira un sospiro di sollievo e già pensa al prossimo scalino. Poi arrivano i secondi cento. La connessione internet funziona o no? Non importa. Per uniformità se gli altri sono stati tutti promossi sul posto, come si fa a sottoporre il secondo lotto ad un esame vero? Promossi d’ufficio anche loro. Todos caballeros! Questo è diventato oggi il Comune di Siena. Non si riesce più a tenere il conto dei danni fatti”.

Pierluigi Piccini, esponente di Per Siena, sul suo blog parla di “concorso burla”. E scrive: “Non sappiamo se ammettere tutti all’orale sia legittimo perché si cancella una prova prevista dal bando e si introduce un pericoloso precedente. Poi chi ammettere: tutti gli iscritti? Quelli che erano presenti ieri? Che potere ha il dirigente di modificare il concorso in violazione del bando? La decisione può costituire abuso d’ufficio. Tutto questo poi per rimediare ad un disservizio degli uffici. Proviamo a pensare se analogo principio potesse applicarsi al concorso per notaio o per magistrato”.

Gennaro Groppa

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