Nota stampa dei “ribelli Pd”: “C’è un giudice a Roma, fatta giustizia ora organi comunali si adeguino”

Alessandro Piccini

“Dopo averlo scritto chiaramente nella risposta al nostro esposto, anche nella
dichiarazione successivamente diffusa il presidente dei garanti nazionali del
Pd, Luigi Berlinguer, conferma che la commissione comunale di Siena non poteva
comminare sospensioni”. E’ quanto dichiarano i sette ex consiglieri comunali di
Siena ed esponenti del Pd senese Giovanni Bazzini, Anna Gioia, Luca Guideri,
Giancarlo Meacci, Lucio Pace, Alessandro Piccini, Gianluca Ranieri, facendo
riferimento alla dichiarazione del presidente del collegio nazionale dei
garanti del Pd, Luigi Berlinguer.
“Vista la delicatezza e l’importanza della questione – spiegano i sette
esponenti Pd – è bene sottolineare ancora una volta quanto nuovamente ribadito
da Berlinguer. La sua dichiarazione testuale recita che ‘la commissione
comunale non aveva competenza a sospendere’, per cui ‘la delibera della
commissione regionale’, successivamente adottata, ‘ha posto in essere un
provvedimento di sospensione cautelare sanando così il vizio procedimentale
precedente’. Insomma, la commissione regionale è dovuta intervenire per sanare
il vizio procedimentale della commissione comunale, che ha quindi adottato una
decisione illegittima, che non poteva prendere. Risulta perciò nuovamente
evidente che quell’atto illegittimo ha viziato tutti gli atti successivi delle
assemblee e degli organi di partito che hanno preso decisioni, tra cui l’
elezione del nuovo segretario provinciale Niccolò Guicciardini, senza che tutti
i membri del partito potessero liberamente e legittimamente parteciparvi”.
“C’è un giudice a Roma – dichiarano ancora i sette ex consiglieri comunali –,
i garanti nazionali hanno fatto giustizia del colpo di mano operato a Siena.
Ora gli organi comunali e provinciali si adeguino al pronunciamento del
collegio presieduto dal prof. Berlinguer. Chi ha armato il blitz illegittimo si
faccia da parte e si torni a discutere liberamente per tornare ad avere un
partito plurale, aperto, pronto a mettersi di nuovo al servizio della città
invece che di certi apparati di potere”.