“L’ex sindaco Ceccuzzi è sempre più solo nel bunker di un partito immaginato sui diktat e gli strappi, ogni giorno si levano nuove e autorevoli voci critiche. Occorre tornare al dialogo, alla discussione plurale, al confronto, altrimenti il Pd non potrà essere in grado di raccogliere le impegnative sfide per il futuro di Siena”. E’ quanto dichiara il portavoce dell’associazione senese “Confronti”, Alessandro Pinciani. “Aumentano di giorno in giorno – spiega Pinciani – le critiche alla gestione assolutista, padronale e solitaria del Pd di Siena, fondata sul ‘muro contro muro’. Il gruppo di autorevoli esponenti del Pd ed ex assessori comunali dell’ associazione ‘Ora Siena’ ha stigmatizzato la stagione delle ‘becere categorie di ribelli e traditori’, chiedendo un’approfondita analisi sulla città e la provincia. Il sindaco di Monteriggioni, Bruno Valentini, ha chiesto al Pd senese una ‘severa autocritica’. In autorevoli opinioni sulla stampa locale si chiede di archiviare la stagione della forte personalizzazione impressa da Ceccuzzi. Alla Festa del Pd anche il prof. Luigi Berlinguer, nel suo discorso che stranamente non è stato poi rilanciato dagli organizzatori il giorno seguente come invece accaduto per molti altri dirigenti intervenuti, pur non entrando direttamente nelle vicende interne al partito ha parlato di necessità di ‘autocritica’ a trecentosessanta gradi, chiedendo che si spiegasse in maniera chiara ai senesi che cosa è successo nella città e perché si è arrivati alla grave crisi che stiamo vivendo”. “Di fronte alle tante voci che si levano – aggiunge il portavoce di ‘Confronti’ – che non sono più solo quelle dei cosiddetti dissidenti, possibile che nei dirigenti che hanno ‘militarizzato’ il Pd senese non si levi neanche un dubbio di avere sbagliato? Come si può essere così sicuri che le colpe stiano tutte da una parte e le ragioni tutte dall’altra? Alessandro Mugnaioli fa bene a stigmatizzare il ‘tutti contro tutti’ e a chiedere di ‘ritrovare serenità e voglia di discutere’. Sbaglia a rileggere in chiave rancorosa le vicende del Comune, dove il commissario è arrivato unicamente per la scelta incomprensibile di Ceccuzzi di dimettersi, visto che il consiglio non lo ha mai sfiduciato. Se non si torna ad una discussione franca, leale, plurale, aperta, profonda, il Pd rischia di finire in pezzi e di non essere in grado di dare alcun contributo alla rinascita di Siena”.