“I pochi mesi che ci separano dall’autunno – prosegue Rita Petti – saranno decisivi per approntare il dossier tecnico di presentazione della candidatura, dalla cui validità potrà dipendere la sostenibilità del nostro sistema culturale. Per questo abbiamo bisogno di una politica capace di assegnare ruoli di responsabilità in termini di competenza, merito e creatività, scegliendo per il bene di tutta la collettività, valorizzando le professionalità e valutando al meglio i progetti che saranno presentati. Questo è precisamente lo spirito della candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura 2019, che va sostenuto con la massima convinzione. In questa sfida il ruolo del Comune, come soggetto propulsivo per il rilancio della città e come istituzione di garanzia per la trasparenza del metodo sarà centrale, come lo è stato poche volte in passato, ed è altrettanto chiaro che pubblico e privato sono chiamati ad affrontare uniti questo cammino”.
“Al centro di questo percorso – dice ancora la consigliera comunale democratica – c’è prima di tutto il Santa Maria della Scala. La costituzione di una fondazione per il complesso museale renderà possibile realizzare un progetto di coordinamento che ne recuperi lo spirito centrale rispetto al sistema territoriale, per farne un luogo di produzione e di fruizione di cultura aperto, cittadino e internazionale. Un patrimonio che può creare innovazione sociale trasformandosi da oggetto a soggetto attivo di benessere per la comunità, nonché interlocutore di istituzioni internazionali di altissimo livello. Le esperienze del passato, dalla istituzione alla gestione diretta, ci hanno reso tutti consapevoli della complessità di una gestione che dovrebbe necessariamente essere aperta e plurale, di altissimo livello culturale e scientifico, che non può essere né consegnata a qualche gruppo ristretto, né racchiusa in alcuno dei contenitori esistenti, di cui anzi, in questa fase di scarsità di risorse, si dovrebbero valutare costi e funzioni. Possiamo ridare a Siena quel ruolo e quella caratura europea che la nostra città merita e che le è storicamente connaturato sin dai tempi della via Francigena. Una responsabilità, per chi guiderà il comune, non solo amministrativa, ma etica e di rilancio sociale. Serve dunque un ‘pensiero programmatico’ per la cultura: questo è il primo compito che attenderà i nuovi amministratori – conclude Petti – i quali dovranno essere valutati sulla base della competenza e della concretezza nel dare una risposta a questa esigenza”.
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