“Il Policlinico di Santa Maria alle Scotte è un fiore all’occhiello della sanità pubblica regionale e nazionale. Lo abbiamo già affermato poiché ne siamo convinti – prosegue il candidato di Nero su Bianco – C’è un’ottima qualità di ricerca, se non altro per l’integrazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia della nostra Università, considerata da sempre un riferimento nazionale, e un alto livello di specializzazione clinica-assistenziale. Per mantenere il livello che viene riconosciuto anche dal Mes (Istituto nato a supporto nei processi di gestione dei soggetti che operano in sanità) bisogna efficientare, abbattendo gli sprechi ed eliminando tutto ciò che non è utile al paziente, come ha dichiarato il D.G. delle Scotte Dott. Tosi in una recente intervista”. Tuttavia, nonostante gli alti standard del Policlinico, c’è un lato della prestazione sanitaria che “passa attraverso altri aspetti. Aspetti che vengono troppo spesso ritenuti di secondo piano, ovvero l’assistenza al malato. Una degenza adeguata è sicuramente un parametro che misura la qualità di una struttura, al di là dei freddi numeri. Un’assistenza mirata, in modo da aiutare il paziente a superare nel miglior modo il momento difficile che sta vivendo – prosegue Piccini – La necessaria professionalità pre e post operatoria deve superare il distaccato rapporto che tali funzioni potrebbero apparentemente richiedere. Il semplice «prendersi cura» è un aspetto essenziale, fatto di tanti piccoli accorgimenti che tuttavia sono nelle aspettative di chi entra in un ospedale. Quanti di noi hanno vissuto quest’esperienza e quanti hanno provato quel senso di disorientamento, una volta che i familiari sono tornati a casa, che ci spinge alla continua ricerca di una figura che sappia fornire anche una minima risposta, di qualunque tipo. L’infermiere professionale e gli operatori socio sanitari diventano dei riferimenti essenziali, quasi familiari”. Aspetti poco propensi ad essere classificabili e misurabili dalle statistiche e dai protocolli, come ricordato dal candidato di Nero su Bianco, che nonostante la loro importanza sono oggetto dei tagli e delle revisioni di spesa. “L’impressione è che questi aspetti siano sottovalutati dalle Direzioni delle Aziende Sanitarie. Per come la forbice dei tagli è intervenuta in questi anni, sembra addirittura che l’attività di questi professionisti non venga affatto considerata per come dovrebbe”. L’intervento di Alessandro Piccini si chiude con alcuni interrogativi. “L’Azienda Ospedaliera di Siena dovrebbe porsi alcune domande. Ad esempio, perché il personale suddetto, definito del comparto, non è preso nella giusta considerazione? Perché vengono fatti saltare continuamente, ed ormai da tempo, i riposi che spettano loro? Perché il personale dei turni si riduce sempre più, trasformandoli in orari massacranti? Alla luce delle difficoltà sopra espresse, perché ad oggi non c’è un quadro generale delle chiusure estive per permettere una organizzazione tale da usufruire del diritto alle ferie? Come è possibile che dopo un anno dall’insediamento del nuovo Direttore Generale la riorganizzazione rimanga un progetto sulla carta e quindi anche la previsione di eventuali nuove assunzioni? Sono domande che aspettano una risposta definitiva nel loro complesso, perché risolvere questi problemi significa avere un Ospedale in cui anche il rapporto umano diventa indice di qualità”.
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