Si arriva a mistificare i fatti, le offerte diventano richieste, le disponibilità chiusure, le richieste di democrazia pretese. Con questi metodi il gruppo dirigente del Partito Democratico di Siena lavora alacremente per consegnare il governo della città al centro destra o alle liste civiche.
Caro Mugnaioli, il Valentini, il sottoscritto, le decine di amici e compagni che in questi giorni fra Natale e l’Epifania hanno raccolto oltre 1700 firme di cittadini elettori senesi le hanno raccolte perché Valentini partecipasse alle primarie, non per altri motivi che artificiosamente ci attribuite.
Voi avete deciso di lasciare fuori dalla porta non Bruno Valentini, ma una forza importante per la vittoria del centro sinistra nella nostra città, di voti recuperati alla protesta. Caro Mugnaioli io ho lavorato da metà ottobre per le primarie nazionali del centro sinistra, fino al ballottaggio Bersani Renzi del 2 dicembre. Te il 19 novembre già rilasciavi dichiarazioni come coordinatore del comitato Ceccuzzi.
E poi mi venite, ci venite a parlare di una candidatura “tardiva” da parte di Bruno? Mi pare che invece c’è un candidato che si è mosso molto prima che fosse definita la coalizione di centrosinistra preoccupandosi più della propria sorte che di quelle del Paese. Convocando la presentazione del proprio Comitato elettorale proprio durante il periodo delle primarie Renzi-Bersani. Una settimana di slittamento del voto, dal 20 al 27 gennaio, per consentire a Valentini (ma anche ai Socialisti) di poter parlare con altre persone, con gli stessi circoli del PD era troppo? Ma voi in realtà avete iniziato da mesi, comprese le varie iniziative della festa PD in fortezza di agosto.
Mentre militanti e dirigenti del Partito erano impegnati su temi nazionali è stato varato un regolamento degno del KGB, che è costruito a tavolino per controllare la partecipazione, invece di favorirla. Diciamo la verità: la raccolta di firme fra i membri dell’assemblea comunale era già partita prima dell’apertura della campagna per le primarie ed è proseguita dopo l’ufficializzazione della candidatura di Ceccuzzi. Alla barba delle pari opportunità.
Per candidarsi fuori del Partito erano previste 1500 firme autenticate da potersi raccogliere in 2 giorni e qualche ora. Ma hai mai raccolto 1500 firme? Solo a scrivere i dati anagrafici dei sottoscrittori occorrono circa 50 ore. Non era una possibilità reale. Regole che escludevano, non che consentivano. Scusa il parallelo: regole ad personam.
Io sono stato un convinto sostenitore di Bersani nelle primarie di autunno ed ho anche però analizzato il voto a Siena ed in provincia. Ma voi l’avete fatto? Se l’avete fatto, credo con la sola ottica della paura di perdere il “potere”. Ma quale potere se “non c’è più nulla da depredare” (parole di Ceccuzzi), quale proposta innovativa se chi ha idee e muove critiche (nel senso positivo di evidenziare gli errori) diviene subito non un rivale politico con il quale confrontarsi ma un nemico da eliminare, da emarginare. E’ importante valutare l’abbandono del tavolo da parte prima di Marzucchi e poi dei Socialisti. Ci si è trincerati dietro aspetti regolamentari. Che tristezza. È rimasta solo SEL a fare la foglia di fico a coprire “le vergogne” come dicevano i nostri vecchi. Basterà? Non sono ottimista in questa vicenda, purtroppo.
Io esco sconfitto da questa esperienza. La sconfitta del moderato, del riformista che ha cercato di far vincere la ragione nell’interesse dello schieramento progressista. Altri hanno preferito il “muoia Sansone con tutti i filistei”. È con questo spirito che ho lavorato per un progetto da condividere con i cittadini senesi. Non ci avete consentito di farlo. Non date le responsabilità ad altri se non a voi stessi.
In questa analisi non ho parlato del segretario del PD comunale di Siena Carli. Ma esiste un arbitro che tutela l’interesse del Partito, di tutto il Partito, e del Centro Sinistra?»
Adriano Chiantini
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