Non parteciperanno al voto per le elezioni provinciali i due consiglieri comunali di Siena Gianluca Marzucchi e Adriano Tortorelli e il consigliere di Sovicille Serena Signorini. I tre hanno spiegato il motivo della loto scelta in un comunicato, auspicando una “riforma necessaria” della legge Delrio.
Quest’ultima è stata definita come “caso imbarazzante di riforma abortita”. L’ente provincia, ricordano i tre, “conserva funzioni importantissime (trasporti, scuole, strade, nomine) ma non è più eletto dai cittadini”. Per i consiglieri si tratta di “un imbroglio” che “allontana i cittadini dalla politica” mentre i partiti “rispondono restringendo il campo della democrazia”.
Il prossimo presidente, continuano, “sarà nominato dalla direzione provinciale del partito egemone nel territorio. A Siena il Pd, altrove altri partiti nonostante che la loro credibilità sia a livelli ormai bassissimi. Quindi quaranta-cinquanta persone discuteranno la candidatura, e i restanti 260mila cittadini, avranno notizie dai giornali. Tra l’altro la discussione in corso testimonia come i temi che interessano i cittadini della provincia siano completamente assenti dal dibattito incentrato sui nomi senza un minimo accenno a idee e programmi”.
“Tornare ad una elezione democratica è necessario anche perché i nominati rispondono sempre a chi ha il potere di eleggerli. Ma, d’altronde, la sottrazione di potere non deve stupirci, non è un caso isolato. Abbiamo un parlamento dove i nominati sono oltre il 60%. E si arriva quasi al 90% se si tiene conto dei collegi elettorali dove la prevalenza di un raggruppamento sull’altro è inscalfibile. Senza contare i poteri delle assemblee elettive, enti locali sempre più divorati da un tecnicismo autoreferenziale, che oltretutto non migliora i servizi (rifiuti ma non solo) e non contiene neppure i costi”, continuano.