Siena ed il territorio della provincia stanno vivendo un momento molto difficile, analogamente a gran parte dell’Italia. Indubbiamente nella nostra città la crisi è ancora più profonda per le grandissime difficoltà in cui versano alcune delle principali istituzioni: il Comune di Siena, l’Università ed il Monte dei Paschi. Il piano industriale della banca è stato al centro di un acceso dibattito negli ultimi due mesi. La situazione è indubbiamente grave e, realisticamente, possiamo ipotizzare che il management dell’istituto sarà chiamato a fare scelte forti e forse anche dolorose, seppure attraverso la fase di dialogo che si è finalmente aperta in questi giorni e che auspichiamo possa essere foriera di un percorso condiviso fra banca e lavoratori. E’ infatti questo il momento delle responsabilità, qualunque sia l’angolazione da cui si guardano gli eventi. Quelle politiche ed operative saranno assunte dagli attori che in questi giorni si stanno adoperando per la sopravvivenza a lungo termine della banca. Auspichiamo che i sacrifici sin qui fatti dai dipendenti possano essere sufficienti a traghettare l’istituto in acque più serene, unitamente ai percorsi che potranno essere individuati nelle trattative tra parte datoriale e parte sindacale, che da lunedì prossimo vivranno una fase molto delicata e importante. Vogliamo e dobbiamo avere fiducia nel futuro, consapevoli che il percorso di risanamento, per quanto doloroso, non può e non deve essere fermato, se vogliamo che la banca conservi nel tempo il legame con la città. E’ infatti evidente che se il Monte dei Paschi tornerà a produrre reddito ne trarrà beneficio tutto il territorio: le imprese, che hanno avuto fino a poco tempo fa rapporti commerciali con la banca, ma anche, in modo indiretto, tutti i cittadini, non solo i dipendenti dell’istituto. Ecco perché la loro battaglia e il piano industriale adottato dalla banca rivestono una straordinaria importanza per tutti. In questa fase di grande delicatezza è facile sparare nel mucchio, ma gli amministratori, le parti politiche responsabili e le organizzazioni sindacali devono adoperarsi per il risanamento e il conseguimento della stabilità della banca, con alto senso di responsabilità scevro da populismo volto ad ottenere facili consensi nel momento. Lungi dal voler minimizzare i problemi dei montepaschini, ci preme ricordare che già altri lavoratori, senesi e non, sono stati investiti dalla crisi; per esempio, gli artigiani e i dipendenti delle piccole imprese, che hanno perso il lavoro o che rischiano di perderlo nei prossimi mesi. Spesso hanno anche scarsi ammortizzatori sociali. Sicuramente la chiusura di una piccola impresa artigiana non fa troppo “rumore”, ma rappresenta comunque un dramma per chi da un giorno all’altro si ritrova, magari non più giovanissimo e con figli da mantenere, senza una fonte di reddito certo che gli garantisca un’esistenza dignitosa. Pensiamo poi ai dipendenti dell’Università, che ormai da molto tempo devono fare i conti con la decurtazione del salario accessorio, che percentualmente ha inciso sul reddito mensile ancor più di quella sopportata dai dipendenti Mps. Anche di loro non si è parlato abbastanza e attendiamo ancora l’esito delle indagini della magistratura volte ad accertare atti o azioni irregolari o illegali. Pensiamo poi ai tanti fornitori di beni e servizi dell’ateneo e della banca, dalle cooperative fino alle imprese commerciali e artigiane, che, in conseguenza della diminuzione di ordini e commesse, sono stati costretti a licenziare parte del personale. Pensiamo poi ai tanti professionisti che hanno fortissime difficoltà in questo momento, con studi storici che riducono il personale, ma soprattutto giovani laureati che non hanno quasi più opportunità di lavoro.
E’ probabile che in tutte queste categorie di lavoratori susciterà un po’ di rabbia l’attenzione rivolta ad un settore comunemente ritenuto privilegiato qual è quello bancario, tuttavia, a ben riflettere, il risanamento della banca, da porre in essere nella piena tutela dei lavoratori, potrà contribuire a far ripartire tutta l’economia senese, comprese le tante piccole imprese che quotidianamente sono costrette a lottare tenacemente non per conseguire profitti eccelsi, ma per sopravvivere.
Leonardo Tafani
Segretario Psi Siena