La veemente contrarietà espressa dalle opposizioni consiliari al progetto di costruzione di un impianto di cogenerazione alimentato da biomassa legnosa nei pressi della struttura carceraria di Ranza, appare più il frutto di un pregiudizio ideologico contrario al grande tema della produzione di energia da fonti rinnovabili, e il risultato di una contrarietà improvvisata ed estemporanea al progetto, anziché il frutto di un fondato ragionamento.
Intanto i fatti, rispetto ai quali non si può essere ambigui e non si può far finta di non conoscerli, soprattutto da parte di rappresentanti istituzionali seppur di minoranza. PDL, PRC e Lista Civica sanno bene, o dovrebbero saperlo, che nessun tipo di progetto è stato fin qui presentato, se non un’osservazione alla prima variante al Regolamento Urbanistico nella quale si chiedeva di dichiarare l’idoneità dell’area ad ospitare un certo tipo di impianto ed attività. Cosa che il Consiglio Comunale ha accolto nell’ultima seduta di luglio, approvando definitivamente la variante. Dunque si tratta di una previsione urbanistica, che è cosa ben diversa da un progetto esecutivo la cui fattibilità dovrà infatti essere vagliata e giudicata. Tra l’altro va pure detto che l’osservazione poteva anche non essere presentata, visto che la legge ritiene gli impianti di questo tipo e di questa piccola taglia compatibili con la destinazione rurale del terreno. Quindi ci domandiamo esterrefatti: in assenza del progetto, come fanno le opposizioni a dire che inquina? Come fa un’autorevole associazione come la locale Italia Nostra ad evocare addirittura un generico ed allarmistico “rischio diossina”? Come fanno a sentenziare che, senza aver visto una carta, impatterà negativamente sull’ambiente e sul paesaggio? Più in generale, ci domandiamo, a meno che non si voglia fare un ambientalismo becero, disinformato e gratuitamente allarmistico: è meglio produrre un megawatt di energia elettrica con centrali a carbone o ad olio combustibile vecchie oppure utilizzare, laddove possibile e sostenibile, biomassa legnosa, fonte naturale e rinnovabile, da valorizzare in impianti di ultimissima generazione, con sistemi di abbattimento dei fumi tecnologicamente avanzati, controllati in tempo reale dai soggetti preposti? E’ più inquinante ed economico riscaldare il carcere con le attuali caldaie a olio combustibile oppure con una caldaia a biomassa? E se il progetto dimostrasse, come sembra, che vi sia la possibilità di attivare posti di lavoro, anche per soggetti svantaggiati, tutto questo non merita un ragionamento e un approfondimento?
Come si vede si tratta di prese di posizione polemiche e strumentali senza nessuna aderenza con la realtà. Come Centrosinistra per San Gimignano ribadiamo che ad oggi non c’è nessun progetto presentato, ma solo una previsione urbanistica che nulla può dire sulla certezza o meno che il progetto si realizzerà. Su questa ipotesi, noi abbiamo espresso voto favorevole in Consiglio. Quel che è certo è che come forze di maggioranza chiederemo alla Giunta e agli enti preposti, quando sarà presentato il progetto, di analizzarlo con scrupolo e in ogni dettaglio con obiettivi molto chiari: dimostrare la sostenibilità economica e ambientale del progetto, con garanzie sulle fonti di approvvigionamento e sulla qualità e quantità delle emissioni, garantendo il corretto inserimento paesaggistico. Il progetto infatti, così come previsto dalla legge regionale, dovrà essere sottoposto a VAS, la valutazione ambientale strategica. Bene anche la volontà della Giunta Comunale di incaricare un proprio specifico professionista proprio per poter fare una attenta e competente valutazione di merito sull’intera questione. Infine, come coalizione di maggioranza abbiamo chiesto alla Giunta di garantire al tema, così come sempre fatto con tutti gli strumenti urbanistici fin qui approvati, la massima trasparenza e comunicazione pubblica, come dimostrano le due assemblee pubbliche già organizzate in giugno ed agosto oltre al fatto che, in Consiglio Comunale, ci siamo espressi a favore della necessità di ripubblicare la parte della variante al Regolamento Urbanistico relativa all’impianto in questione. Un’ulteriore occasione pubblica di attenzione, di partecipazione e di approfondimento per tutti: cittadini, associazioni agricole, amministratori. Anche di minoranza.