Per rilanciare Siena ed il suo territorio dobbiamo uscire da una visione ormai vecchia di decenni, orientandoci con decisione verso una più aperta a tutte le problematiche che stanno gettando la nostra città in uno stato di isolamento economico e sociale. Ben vengano i grandi obiettivi che ci siamo dati, tipo Siena Carbon Free 2015, ma a tutto questo dobbiamo dare gambe forti e solide, creando le condizioni affinché le buone pratiche ed il risparmio energetico entrino nella vita quotidiana dei cittadini ed a tutti gli effetti nelle loro case
Non è più ammissibile veder negata la possibilità agli imprenditori, come ai privati cittadini, di poter accedere facilmente a fonti di energia rinnovabile come gli impianti fotovoltaici o il solare termico. Soffocati da vincoli territoriali ed ambientali assolutamente non più al passo con i tempi, cittadini e imprenditori sono sempre più scoraggiati ad intraprendere tali investimenti, che spesso vengono bloccati o nella migliore delle ipotesi ritardati. E’ possibile che un giovane imprenditore che tenta di aprire la sua attività con enormi sacrifici, scegliendo di avvalersi di nuovi sistemi di ecosostenibilità, debba trovarsi a fare i conti con paletti burocratici fuori da ogni logica? E spesso, oltre il danno si aggiunge la beffa: l’eventuale autorizzazione, casi, viene avvallata dopo mesi di intricati iter, portando la conseguenza perdita dei vantaggi statali, o un loro sostanziale ritocco, nella migliore delle ipotesi.
Eppure la parola ecosostenibilità ha un significato chiaro e preciso: si parla di migliorare l’ambiente in cui viviamo, dal punto di vista economico, sociale e naturale. E migliorare non significa certo deturpare, sconvolgere o stravolgere un’intera città. C’è solo da chiedersi se vi sono intorno a noi zone, ovviamente esterne al centro storico, che potrebbero fungere da culla per l’installazione di fonti di energia alternativa.
Isola d’Arbia, San Miniato, Via Massetana, Viale Toselli, sono solo alcune delle aree che potrebbero essere alleggerite dai restrittivi vincoli burocratici che sono stati imposti, senza subire alcun danno di impatto ambientale. E così forse, potremmo riuscire a trovare nuova linfa per il bene nostro e di tutta la città. Alcune parti sono poi talmente brutte che una serie di pannelli non potrebbero che abbellirla, passateci la provocazione. Noi Riformisti abbiamo idee chiarissime in questa delicata materia. E’ tempo di guardare al futuro. Tutelare l’ambiente non significa dire “no” a tutto, non significa immobilismo totale. Il rispetto del territorio passa anche attraverso scelte forti e coraggiose, non più legate a vetusti tecnicismi o “veti culturali” che hanno portato il nostro paese ad essere fanalino di coda in Europa.