La cremazione delle salme è una scelta di civiltà ormai abbastanza diffusa in Europa e dovrebbe essere un diritto garantito e tutelato in ogni città. Il Forno Crematorio esiste a Siena sin dalla fine del XIX secolo, presso il Cimitero comunale del Laterino; negli ultimi anni, tuttavia, a causa di un guasto che lo aveva reso inutilizzabile, molti cittadini sono stati costretti a estenuanti “viaggi fuori comune” (se erano disponibili i forni crematori di Arezzo o Livorno) o addirittura “fuori regione” (quando era necessario ricorrere alle strutture di Perugia e Viterbo), per eseguire le volontà dei familiari defunti che avevano espresso il desiderio di essere cremati. Finalmente il forno crematorio è stato riparato e collaudato e siamo in attesa della ripresa del servizio.
Non disponendo del personale da destinare al suo funzionamento (così si legge nel bando), per i prossimi due anni il Comune ha deciso di affidare il servizio ad una ditta esterna “specializzata nel settore e tecnicamente organizzata”, aspetto garantito, tra l’altro, dal fatto che, per partecipare alla licitazione, si doveva dichiarare di aver “effettuato, nell’ultimo triennio, almeno un servizio analogo a quello da appaltare, ossia un servizio di conduzione tecnica di un forno crematorio”.
Certamente questa clausola è stata pensata a garanzia dell’espletamento del servizio e degli utenti, tuttavia, di fatto ha segnato l’esclusione dalle ipotesi affrontate in sede di risoluzione del problema della gestione pubblica del servizio individuata a più riprese nell’ASP (Azienda Pubblica Servizi alla Persona).
Inoltre, l’esternalizzazione del servizio comporterà probabilmente un aggravio di spesa, che alla fine ricadrà presumibilmente sugli utenti. E in base a quale principio in una società civile sarebbe legittimo trattare in modo diverso i cittadini (o meglio le loro famiglie) a seconda che scelgano di essere cremati piuttosto che sepolti? Perché i dipendenti del comune possono provvedere alla sepoltura, ma non alla cremazione, che è un diritto analogamente garantito dalla legislazione italiana?
Sarebbe auspicabile che la prossima Amministrazione Comunale, oltre ad occuparsi della parità di trattamento di cui sopra, risolvesse altri due problemi legati alla cremazione: la realizzazione della “Sala del commiato”, da mettere a disposizione dei familiari dei defunti, e la dispersione in natura delle ceneri, che la normativa vigente consente solo in un luogo stabilito. Già da tempo il Comune di Siena (con delibera del Consiglio comunale) aveva individuato come idonea una zona del bosco di Lecceto, ma la dispersione non si può ancora praticare in carenza di alcuni adempimenti di natura tecnica e amministrativa, cui la gestione commissariale non ha adempiuto.
E’ del tutto evidente che il PSI Riformisti, per la propria storia e per l’impegno personale dei propri aderenti, si farà promotore nel Consiglio Comunale appena eletto di una specifica iniziativa che affronti i problemi della cremazione sopra riportati, nonché di una revisione generale del regolamento cimiteriale per introdurvi le necessarie modifiche che possano coinvolgere tutti i cimiteri comunali e non solo quello del Laterino.
Lucia Pianigiani
Psi – Riformisti Siena