Si riapre, con la discussione in Commissione Affari istituzionali del Senato, la partita del capoluogo e il tema del futuro della Provincia di Siena. Riprende, infatti, questa settimana, l’esame degli emendamenti, tra i quali alcuni depositati dal Pd, che potrebbero, se accolti, riaprire la questione capoluogo per Siena. Un cammino sempre più in salita per il ddl sul riordino delle province, visto che non è ancora chiaro quali saranno i tempi dell’approdo in aula. “Le proposte di correzione del Partito democratico – commenta Susanna Cenni, parlamentare senese alla Camera – sono un primo risultato utile che raccogliamo dopo l’intenso lavoro che nei mesi scorsi, insieme alle istituzioni locali e con i senatori democratici, abbiamo svolto per spiegare le ragioni delle nostre riserve sul testo e per affermare non semplicemente uno status quo, ma prima di tutto le ragioni di un contesto economico e sociale che rischia di essere fortemente penalizzato dal testo del Consiglio dei Ministri”. Con queste parole Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera, commenta alcuni degli emendamenti al decreto-legge n. 188, recante disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane, depositati dal Partito democratico, che riconsegnerebbero ai territori la decisione definitiva sul capoluogo e sulla riorganizzazione dei servizi.
“L’iter del provvedimento – spiega Susanna Cenni – è, come noto, complicato e accidentato anche per i tempi assai ravvicinati della conversione del decreto. Ci auguriamo che alcuni dei molti emendamenti di buon senso ai quali abbiamo lavorato attivamente possano essere accolti dal Governo e dalla maggioranza. Riaprire la questione del capoluogo non è ovviamente risolutivo, né salvifico. Restano aperti i nodi fondamentali legati al taglio delle risorse, al futuro del personale, e comunque rimane la necessità di riorganizzare il sistema degli enti locali nel nostro Paese, come dimostra anche il vivace e interessante dibattito aperto sulla stampa locale. “Gli emendamenti presentati dal Pd al Senato – chiarisce la parlamentare toscana – si muovono su tre questioni: decadenza giunte, allocazione capoluoghi e uffici dello Stato. Nello specifico, sulla soppressione delle giunte il termine slitterebbe di un anno, mentre sulla determinazione dei capoluoghi, senza tentare alcun colpo di mano, si contesta la scelta del mero criterio matematico della popolazione. Al contrario gli emendamenti chiedono di riconsegnare la decisione ai territori, e quindi a tutti i Comuni che andranno a costituire la nuova provincia. Un coinvolgimento diretto e democratico degli enti locali interessati, che abbiamo richiamato come principio fondante anche per quanto riguarda l’allocazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali, per evitare che si possano cancellare, con un colpo di spugna, alcuni dei presidi fondamentali per la vita della nostra provincia e soprattutto per una città, che come Siena, può vantare la presenza di ben due Università, oltre che ricca di flussi turistici e di studenti”.
“In questi mesi, come parlamentari toscani – spiega Cenni – quando abbiamo svolto un lavoro coordinato, in alcuni casi anche bipartisan, e siamo riusciti a ottenere qualche risultato importante. Penso all’istituzione di un fondo di 250 milioni di euro per gli interventi sulla difesa del suolo per le aree alluvionate, o anche all’approvazione, nell’ambito della votazione sulla legge di stabilità, di un ordine del giorno bipartisan, che impegna il Governo a rimodulare i tagli per le amministrazioni provinciali rivedendo i criteri delle riduzioni operate e a valutare la possibilità di riassegnare risorse tramite il fondo sperimentale di riequilibrio. Si tratta di piccoli passi che lasciano aperte molte questioni. In questi ultimi mesi di attività parlamentare voglio sperare – conclude l’onorevole toscana – che il decreto possa essere corretto in senso positivo, e che si possano mettere le basi per un serio e indispensabile riordino complessivo di deleghe, competenze e strutture di tutto il sistema degli enti locali territoriali”.