Si è parlato molto di regolamento urbanistico negli ultimi giorni. Fra tanti è da apprezzare soprattutto l’intervento delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, anche perché fatto da persone competenti.
Certamente tutti i processi di riqualificazione urbanistica vanno basati su più livelli di intervento, altrimenti cadiamo nelle proposte demagogiche o che richiedono tempi lunghissimi. Il primo settore sul quale lavorare fin dalle prime settimane di insediamento del nuovo sindaco riguarda il sostegno ed apertura a tutti i progetti di recupero, ristrutturazione, modesti ampliamenti, eliminando i troppi intralci di natura vincolistica imposti da una regolamentazione rigida ed obsoleta. Purtroppo a Siena il regolamento urbanistico è nato già vecchio. La crisi economica ed il progresso tecnologico delle energie verdi ha ulteriormente allargato la forbice fra quanto era stato scritto ed il mondo reale. Adesso è necessario dare attuazione a nuove modeste costruzioni, legate ad esigenze familiari, valutate le dovute implicazioni di natura paesaggistica. Riguardiamo dunque le centinaia di richieste avanzate all’amministrazione comunale in fase di osservazioni al R.U e puntualmente rigettate. Tanti piccolissimi interventi farebbero ripartire l’economia. Immaginiamo cosa vorrebbe dire far partire cento ristrutturazioni da cinquanta mila euro ciascuna, compresi i lavori edili e di arredamento. Dobbiamo ripensare al recupero dei “contenitori storici” presenti dentro e fuori le mura (caserma piazza d’armi, vigili del fuoco, ecc) con possibilità di riuso dal punto di vista dell’ “accoglienza” e “residenza” per studenti, unica vera
risorsa economica assieme al turismo rimasta in questa città, ma anche per servizi ai cittadini, commercio, artigianato, direzionale. Sono infinite le possibilità. Il project financing offre l’unica possibilità di farlo. In poche parole significa affidare ai privati (a loro spese) la ristrutturazione, quindi la gestione (la proprietà rimane del comune) per un tempo medio lungo, al fine di rientrare dell’investimento, dopo di che l’immobile tornerebbe nella possibilità di uso del comune. Altre proposte sono solo demagogiche, se non si dice dove trovare i soldi per far partire (e arrivare in fondo) i lavori. Magari sarebbe possibile creare anche un centro artigianale/industriale strutturato, efficiente e adeguatamente servito da reti infrastrutturali moderne, oppure alla realizzazione di un nuovo polo scolastico aggregato, decentrato e ubicato lungo una delle principali arterie di comunicazione. Sono solo provocazioni? Forse no, la provocazione è stare fermi a veder crollare con il tempo gli immobili. Tutto questo in ogni caso implica anche una nuova modalità di politica urbanistica estesa anche ai comuni contermini, rivalutando l’idea di Smas, ma in una chiave di attuabilità reale, estendendo modelli di precauzione e di benefici ai comuni interessati da progetti di interesse sovracomunale.
Luigi Sili
Candidato nella lista Riformisti al consiglio comunale