Ovviamente su tutto questo, a prescindere da chi lo proporrà, ci sarà l’appoggio del Psi-Riformisti. In questa fase ci preme anche parlare e proporre ancora idee, immediatamente “cantierabili” e realizzabili nei primi sei mesi di mandato, per dare una prima svolta all’economia della città di Siena, punto centrale del nostro programma. Idee peraltro già emerse nell’ultimo programma elettorale e nell’attività consiliare dei nostri rappresentanti. La città ha bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale, che possa trovare sostanza in provvedimenti concreti, non demagogici, ma subito realizzabili.
Sviluppo economico
Come da tempo chiediamo a gran voce devono essere tolti i vincoli che attualmente rallentano o impediscono alle imprese ed ai privati di realizzare impianti a risparmio energetico come pannelli solari o fotovoltaici. Nelle prossime settimane saranno emanate le regole di una nuova grandissima fonte di finanziamento statale per le rinnovabili e Siena, tutte le imprese, non possono subire i clamorosi danni che potrebbero derivare dai ritardi causati da vincoli antistorici e fuori da ogni logica.
Ovviamente ci riferiamo alle zone fuori dal centro storico, dove gli impianti sui tetti non renderebbero peggiore il panorama, al limite in alcuni casi potrebbero solo migliorarlo. Basta pensare a viale Toselli, Massetana Romana, San Miniato, Scacciapensieri, Pietriccio e in generale tutte le aree non strettamente adiacenti alla cinta muraria o vicinissime a edifici a valore storico e culturale. Le imprese ed i cittadini potranno avere immediati benefici da tutto questo in termini economici e dunque concreti.
Attività produttive
Nelle prime sedute gli eletti del Psi-Riformisti chiederanno di togliere anche gli odiosi vincoli di destinazione d’uso a gran parte fondi del centro storico e della periferia che impediscono alle piccole attività commerciali o artigianali di nascere, al pari degli altri balzelli che scoraggiano chiunque ad aprire una nuova attività. Se un fondo ha i requisiti strutturali e igienico sanitari per poter ospitare un’attività, questa non può essere bloccata dal vincolo di destinazione commerciale, artigianale o di magazzino dell’immobile, che altrimenti, nella migliore delle ipotesi, rimarrà sfitto. Non è solo la crisi a scoraggiare a chi vuole fare impresa, ma anche una burocrazia spesso cieca.
E’ tempo di lasciare massima libertà a coloro vogliono fare impresa e di mettersi in gioco, senza essere bloccati sul nascere da vincoli e laccioli, che sono più “culturali” che di sostanza. A questo proposito con risorse interne il Comune potrebbe elaborare una tabella con i prezzi di affitto medi al metro quadro per categoria merceologica e per zone del territorio comunale. Sarebbe un’operazione semplice, da svolgere in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate che potrebbe contribuire ad un percorso di virtuosa trasparenza. Pensiamo anche all’adozione di un fondo immobiliare etico dedicato ai cosiddetti “affitti sociali”.
Alle attività di somministrazione esistenti deve essere concessa maggiore libertà e maggiori spazi nel poter mettere sedie e tavolini lungo le strade (ove non siano di intralcio al traffico ovviamente), togliendo i tanti vincoli che adesso sussistono, in particolare nei mesi estivi. Basta andare a vedere i centri storici delle più significative città d’arte europee per capire che tutto questo non solo è possibile, ma auspicabile e realizzabile in pochissimo tempo, se ci fosse la volontà.
Ma sarebbe così brutto un grande ristorante al Santa Maria con i tavoli in piazza del Duomo? Secondo noi no, perché porterebbe vita nella zona, lavoro e risorse aggiuntive da privati per alimentare tutta la struttura. Come fare? Basta guardare piazza San Marco a Venezia, ad esempio. Qualcuno deve smettere di pensare la proprietà privata o fare impresa (sperando di ottenere profitto) sia un peccato o una colpa. E’ tempo di una svolta culturale da questo punto di vista.
Abitazioni private
Chiederemo fin dalle prime sedute del consiglio comunale che riprenda forza uno degli ultimi atti della scorsa giunta relativo allo “svincolo” delle abitazioni acquistate in “edilizia convenzionata”. E’ sacrosanto che una volta pagato quanto ritenuto congruo dal Comune, ciascun cittadino possa vendere a prezzo di mercato la propria abitazione. Con le risorse derivanti da questo atto dovrà essere abbattuta l’Imu sulla prima casa. Gli aumenti degli ultimi mesi hanno portato ad un esborso fuori da ogni logica e da ogni senso. E’ necessario tornare ai livelli minimi previsti dalla legge, cancellando per il 2013 il salasso che i senesi subiranno in questo fine anno. Un altro provvedimento per la ripresa economica che presenteremo subito sarà la modifica della norma che impedisce a ciascun cittadino di costruire o ampliare i propri immobili, se sussistono le condizioni ambientali e paesaggistiche per poterlo fare.
Un ultimo atto immediatamente realizzabile riguarda i cantieri in tutto il comune di Siena, compreso il centro storico. Chiederemo che sia concesso ai cittadini ed alle aziende la possibilità di installare sulle coperture dei ponteggi messaggi pubblicitari, come avviene in ogni parte d’Italia, anche nel centro storico, senza esclusione di alcun metro della città.
Dobbiamo fare un passaggio culturale da questo punto di vista. Se c’è un metodo o un provvedimento per aiutare imprese e famiglie, questo deve essere preso, turandosi il naso se necessario. Per qualcuno sarà brutto vedere un cartellone pubblicitario su un ponteggio per il Corso o in viale Cavour? Pazienza, se tutto questo porterà risorse ai cittadini che potranno fare la ristrutturazione del tetto o di una facciata. E tutti sappiamo bene quanto ce ne sia bisogno oggi. La parte di spettanza comunale degli introiti dovrà essere destinata al welfare ed alla tutela delle fasce deboli della popolazione, prime vittime della gravissima crisi che sta colpendo Siena e l’Italia.
Leonardo Tafani
Segretario Comunale Psi Riformisti