«Sta per terminare una lunga campagna elettorale, al termine della quale la città chiede alla politica di essere migliore di quanto mostrato nell’ultimo periodo. Dopo la crisi di BancaMPS, la caduta del sindaco eletto dopo un solo anno e le inchieste giudiziarie di risonanza nazionale, c’è davvero bisogno di uno scatto di orgoglio. Possiamo e dobbiamo mostrare a tutti che Siena è migliore di come l’hanno dipinta, con la complicità di forze interne che hanno deliberatamente scelto la strada del catastrofismo a scopo elettorale».
«In molti sembrano dimenticarsi di quante potenzialità abbiamo e di quale livello di civiltà è stato gradualmente costruito, che non possono essere spazzate via solo dalla mancanza delle risorse aggiuntive assicurate dalla Fondazione. Paghi pure chi deve pagare, ma non possiamo puntare solo sulla rabbia. Dobbiamo smettere di avere paura del futuro, perché nella crisi epocale di tutta l’Italia, Siena ha più frecce al proprio arco di tante altre città».
«Altre forze politiche non hanno ancora imparato la lezione di quanto ci sia costato appoggiarci eccessivamente sulla rendita di posizione garantita dal sistema MPS, mentre questo è il momento dell’innovazione e della progettualità. Siena può essere un laboratorio istituzionale di aggregazione dei Comuni limitrofi, e dopo l’esaurimento delle Province può mettersi alla testa della ridefinizione delle relazioni con Arezzo e Grosseto allo scopo di garantire a questa Parte della Toscana un ruolo da protagonista».
«Domenica e lunedì gli elettori dovranno scegliere il proprio sindaco e non celebrare un processo. Io ho dimostrato di saper amministrare bene, azzerando debiti e trovando molte risorse per opere pubbliche, abbassando le tasse, stimolando l’occupazione e promuovendo uno sviluppo urbanistico ed abitativo basato principalmente sul recupero di grandi volumi da demolire. Governare Siena è sicuramente molto più complesso che amministrare Monteriggioni. Ne sono consapevole. Sarà una sfida più difficile ma sono cosciente delle straordinarie leve che possiamo muovere: la cultura come risorsa, il rilancio immediato del turismo, la valorizzazione delle università, le eccellenze nella ricerca e nella sanità, confermate da una recente e seria indagine della Sant’Anna di Pisa che valuta l’ospedale di Siena come il secondo migliore della Toscana. E soprattutto la rete di associazioni, di volontariato, di aggregazione culturale e sportiva che sono un patrimonio unico che dovrà integrare ciò che la pubblica amministrazione potrà garantire sempre meno per via dei tagli che arrivano dal Governo centrale e della necessità di alleggerire la pressione fiscale».
«Per arrivare fin qui ho dovuto convincere il PD che occorreva una svolta netta di persone e di programmi, attraverso la verifica democratica e di massa delle primarie, che gli altri si sognano. Sono stato aiutato da un movimento arcobaleno, che va dai partiti di SEL e Riformisti-PSI e dalla lista Siena Cambia per Bruno Valentini Sindaco che sarà la grande sorpresa di queste elezioni. Ma soprattutto mi hanno dato una mano tanti senesi che guardano al centrosinistra ancora con fiducia perché, nonostante le delusioni nazionali e locali, hanno trovato in me una prospettiva di cambiamento e di credibilità, che verrà suffragata da un radicale rinnovamento della classe dirigente».
«Se vogliamo essere ancora una grande città italiana, che intrattiene relazioni positive col resto delle altre città, non possiamo affidarci a liste civiche dai progetti illeggibili e di scarsa affidabilità. Solo recuperando autorevolezza potrà proseguire il rilancio del Monte dei Paschi, che necessita di una sponda forte nella nuova Amministrazione Comunale, non tanto per ingerenze e commistioni politiche che non debbono più tornare bensì per salvare il ruolo della Fondazione e per garantire che MPS sostenga il lavoro dentro e fuori la banca e non venga strappato al territorio».