Doveva essere un’occasione di verifica con le forze politiche, con il terzo settore, con gli operatori della sanità, con i semplici cittadini, del documento approvato dai Sindaci della Val di Chiana Senese in seno alla Società della Salute e passato poi attraverso i Consigli dei dieci Comuni.
Si è trasformata in un confronto pacato, aperto e costruttivo con la dirigenza della USL 7, rappresentata dal Direttore Generale Nicolò Pestelli, in cui, praticamente all’unisono, è stato però proclamato il ruolo centrale ed insopprimibile dell’Ospedale di Nottola.
Così, per quasi tre ore, nell’androne degli ospedali Riuniti della Valdichiana (l’auditorium si è rivelato insufficiente ad accogliere la folla che ha risposto all’appuntamento) si è parlato di sanità, dei grandi temi della “spending review” ma anche delle necessità quotidiana della salute, dalle specializzazioni – che rappresentano ormai punte di eccellenza in Val di Chiana – alle liste di attesa, nota dolente nonostante i recenti segnali di miglioramento.
Come era doveroso, il Presidente della Società della Salute Andrea Rossi (Sindaco di Montepulciano), ha posto al DG Pestelli la domanda d’obbligo “chiuderà Nottola?”, dando già per scontata la risposta.
E la replica del manager della sanità in provincia di Siena è stata altrettanto scontata: “non solo Nottola non chiude ma, come ha detto il Presidente della Regione Enrico Rossi, in Toscana non ci saranno tagli ma, anzi, sarà valorizzato il ruolo degli ospedali medio-piccoli, modelli di funzionalità che rendono efficiente la gestione della salute”.
La parola d’ordine per mantenere gli attuali livelli di servizi diventa dunque “riorganizzazione”, passaggio obbligato attraverso razionalizzazioni e riduzioni di spesa, per non essere costretti dal sistema generale a dover compiere pericolosi passi indietro.
In tema di riorganizzazione sono tante le ricette, sulla cosiddetta “dipartimentalizzazione”, per esempio, dalla politica si levano anche voci di dissenso.
Ma quando Andrea Rossi ha tirato le fila del dibattito, dopo aver incassato con soddisfazione il consenso generale sul documento approvato dai Sindaci – che mette al centro una gestione realmente provinciale dei servizi sanitari –, ha rafforzato il concetto che l’Ospedale di Nottola “non si tocca”.
“La Val di Chiana ha già dato, per giungere al monoblocco è stata già compiuta una pesante opera di razionalizzazione – ha ribadito Rossi, facendo eco agli interventi di Piero Di Betto, già Sindaco di Montepulciano e ora Presidente della Consulta del Terzo Settore nella Società della Salute, e del Sindaco di Sinalunga Maurizio Botarelli – che ha portato già negli anni ’90 alla chiusura degli Ospedali diffusi sul territorio. Ora abbiamo pieno titolo per rivendicare la permanenza dei servizi di primo livello e di qualità in questa struttura”.
Rossi ha poi indicato nella Società della Salute il modello che consente ai Sindaci di gestire la sanità e il sociale in una logica di area, superando ciò che era precluso alla vecchia Conferenza dei Sindaci. Il Presidente della Società della Salute ha affermato che bisogna comunque “tenere la guardia alta, attivando un confronto costante con la USL 7 e con l’Azienda Ospedaliera delle Scotte per ragionare, su base provinciale, su una rete di quattro ospedali”.
Rossi ha concluso elogiando ancora una volta il ruolo di tutto il personale che opera a Nottola e che, con il proprio impegno “al 110%” consente di attribuire alla struttura un giudizio di qualità altamente positivo.
Da parte sua il direttore generale della USL7 Nicolò Pestelli, a fronte della prospettiva dei tagli alla sanità contenuta nel decreto Monti sulla spending review, ha garantito, come espresso dal presidente regionale Enrico Rossi in questi giorni, che si procederà nella ricerca di un efficientamento dei servizi. Ciò significa, per la USL7, dove i tre ospedali resteranno punto di riferimento del sistema provinciale, muoversi su una valorizzazione delle risorse umane e professionali interne ed in collaborazione con le Scotte, per realizzare sia il processo di dipartimentalizzazione che specialistiche dislocate anche sul territorio.
“Ci sono margini – ha spiegato Pestelli – per lavorare su un centro di ortopedia, ad esempio. Come ci sono margini molto alti, lavorando insieme ai medici di famiglia, per recuperare sul fronte dell’appropriatezza e quindi abbattere le liste di attesa di certe prestazioni che, come ha evidenziato anche il MES nelle valutazioni specifiche che fa sulle performance delle aziende sanitarie toscane, sono veramente inutili da prescrivere a certe fasce di popolazione”.
I margini, quindi, per rispondere alle indicazioni della spending review sono tutti da ricercare all’interno di una riorganizzazione , che riguardi funzioni amministrative e sanitarie, senza nulla togliere ai servizi ospedalieri e territoriali, ma al contrario guardando all’efficienza di questi. D’altronde, la USL 7 – come nell’insieme il sistema sanitario toscano – sugli obiettivi imposti da Monti ha risposto da tempo: ridotto al -4% il ricorso al privato convenzionato, non esistono auto blu ma solo auto di servizio. In provincia di Siena, contando le Scotte, siamo già al 2,7% posti letto per 1000 abitanti, ben al di sotto del 3% indicato da Monti.