
L’hub della sanità territoriale dell’Asl nella zona del complesso San Niccolò sarà completato entro il 2027. Ma già dai prossimi mesi sarà un susseguirsi di tagli del nastro. A partire dalla tarda primavera, quando sarà operativo il centro di salute mentale al padiglione Kraepelin.
A dettare i tempi sulla realizzazione delle nuove strutture sono il direttore generale dell’Asl sud est Marco Torre e l’assessore regionale alla sanità Simone Bezzini, in una conferenza dopo la visita alla centrale operativa territoriale per l’area senese e per la sud est. L’investimento che darà un nuovo volto all’area è pari a 12,5 milioni di euro, risorse di fondi Pnrr ed ex-articolo 20 della legge sull’edilizia sanitaria. Serviranno per realizzare un ospedale di comunità, attivo entro l’anno. A cui poi si aggiungono un hospice e un servizio di assistenza domiciliare, pronti per il 2027. L’area è quella del padiglione Chiarugi.
“Oggi abbiamo fatto il punto sui servizi e sullo stato di avanzamento dei lavori al San Niccolò, dove è in corso un importante investimento pubblico, – dichiara l’assessore Bezzini. – Questo intervento, insieme al polo di viale Sardegna e al masterplan delle Scotte, contribuirà a rafforzare e innovare la sanità senese, rendendola sempre più integrata e vicina alle persone. Attualmente, la struttura ospita già alcuni servizi fondamentali, tra cui la centrale operativa territoriale aziendale, che coordina le attività di tutte le cot dell’Asl, o il nuovo centro di salute mentale, dove nelle prossime settimane saranno trasferiti i servizi dedicati agli adulti. Il San Niccolò rappresenta un punto di riferimento per la sanità territoriale senese, che continua a fare passi in avanti e a migliorare la propria offerta di cure e assistenza”.
“La sanità territoriale a Siena si sta rafforzando. Grazie infatti agli investimenti che stiamo facendo nelle strutture sanitarie presenti nel complesso del San Niccolò e non solo, penso al progetto su Viale Sardegna, lavoratori e lavoratrici potranno esprimere al meglio tutte le proprie capacità, – afferma Torre. – Incontrare chi sta sul campo permette di capire i bisogni reali della popolazione, cosa che permette poi di elaborare risposte operative efficienti ed efficaci”.