Ben 4410 tamponi effettuati dall’Azienda sanitaria da un mese a questa parte e secondo la direttrice sanitaria della Ausl Toscana sud est Simona Dei “i dati emersi sono assolutamente tranquillizzanti”: parliamo di New Delhi, il batterio che da novembre 2018 fino al maggio 2019 ha visto registrarsi 350 casi nella parte nordoccidentale della regione Toscana, con 50 casi di batterio presente nel sangue dei pazienti, 43 nelle urine e 242 nell’apparato gastrointestinale. Al centro direzionale delle Scotte si è tenuto un incontro tra la direzione dell’Azienda ospedaliera universitaria senese, i professionisti dell’ospedale delle Scotte e gli amministratori del territorio, sindaci e assessori di numerosi Comuni della provincia senese.
Ebbene, nel nostro territorio sui 4410 tamponi effettuati da un mese a questa parte 20 sono le persone cosiddette “colonizzate”, cioè i portatori sani di questo batterio che non possono tuttavia dirsi malati. In un caso invece ci si è trovati di fronte ad un malato di questo batterio che ha gettato tanta paura in Toscana: “Questa persona – dichiara Simona Dei – arrivava da un altro territorio, qui è stata curata e dopo le adeguate terapie è guarita”. In questo territorio non ci sono stati casi di morte per New Delhi, spiegano dall’azienda sanitaria: alcune persone decedute erano portatrici sane del batterio ma non è stata questa la causa del decesso.
“Negli ultimi mesi – prosegue la direttrice sanitaria – abbiamo aumentato in maniera esponenziale il numero di tamponi che effettuiamo, per capirci prima ne venivano fatti qualche decina al mese mentre adesso siamo ad alcune migliaia. Questo significa che abbiamo con noi al lavoro più tecnici e che nei reparti è cresciuto anche il numero di infermieri per affrontare la situazione. In appena un giorno, grazie al tampone, si capisce se una persona risulta positiva oppure negativa al test. Stiamo organizzando anche dei corsi nelle scuole per far capire pure ai più giovani quelle che sono le elementari norme igieniche da osservare per evitare questo batterio: saranno coinvolte dodici classi per un totale di circa 250 studenti in Valdelsa e venticinque classi per un totale di 475 studenti sull’Amiata”.
Dei parla anche di “uso appropriato degli antibiotici”, una questione più volte sottolineata pure dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria senese Valtere Giovannini, che afferma: “In ospedale questo è il normale lavoro quotidiano, quello dei batteri che sono resistenti agli antibiotici è un fenomeno che esiste da tempo ma che ora è in grande crescita. Con il New Delhi se ne è aggiunto un altro, ma in futuro potremmo incontrare anche altri batteri che magari si chiameranno Chicago3, New York4 o Torino2. Per combatterli servono strategie rapide, immediate e preventive. E’ fondamentale lavarsi bene le mani, rispettare le norme igieniche. Negli anni è stato fatto un uso indiscriminato degli antibiotici, ne sono stati usati a tonnellate e così i batteri hanno imparato a difendersi e si sono adeguati. Le armi che abbiamo ora a disposizione sono quindi più spuntate ma ciò che è accaduto con il New Delhi deve farci agire di conseguenza e farci mantenere costantemente pronti”.
Gennaro Groppa