Diabetologia: il professor Dotta negli USA per presentare una ricerca internazionale

Studiare non solo le basi genetiche, ma soprattutto i determinanti geografici e sociali, e in particolare le loro interazioni, all’origine della pandemia del diabete di tipo 2: questi gli obiettivi di un ambizioso progetto di ricerca sviluppato da Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation, in collaborazione con Università di Roma Tor Vergata e Università di Ginevra, che sarà presentato oggi all’Ambasciata italiana di Washington DC, USA, nell’ambito delle manifestazioni celebrative dell’Anno della cultura italiana negli Stati Uniti.

“Siamo orgogliosi di avere collaborato all’organizzazione di questo evento, nella convinzione che tale progetto di ricerca potrà contribuire alla prevenzione e alla cura del diabete”, ha sottolineato l’Ambasciatore Claudio Bisogniero. “Nel contesto del 2013: Anno della Cultura Italiana negli USA, iniziative come questa mettono in evidenza – ha aggiunto l’Ambasciatore – l’importante valore aggiunto offerto dall’Italia nei campi della medicina, dell’alta tecnologia, e della scienza”.

“Il progetto di ricerca applica le conoscenze e la pratica della geomedicina, una nuova disciplina che indaga i rapporti e le implicazioni dell’ambiente, in senso lato, con la genesi delle malattie”, spiega Francesco Dotta, Segretario generale della IBDO Foundation e Direttore della UOC di Diabetologia del Policlinico Le Scotte di Siena. “E’ un progetto innovativo, che studierà il fenomeno in un’area pilota, la Regione Basilicata, che con il 6,9 per cento della popolazione colpito da diabete è una delle regioni Italiane in cui più si sta diffondendo la malattia.” “La nostra ricerca vuole appunto approfondirne il perché”, precisa. Dotta aggiunge che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è particolarmente interessata a questo progetto e sta valutando di applicarne i principi di indagine in altre aree del mondo.

Si tratta di uno dei molti esempi di collaborazione internazionale nella ricerca medica che parte dal nostro Paese, ed è proprio di questo che si discuterà nel convegno “Quality of care and quality of cure in diabetes – Scientific, social, economic and policy approach” organizzato dall’Ambasciata d’Italia. “D’altronde, la scuola diabetologica italiana e quella statunitense sono unanimemente riconosciute come particolarmente avanzate – prosegue Dotta – e non è un caso che autorevoli diabetologi ed esperti di politica sanitaria italiani si riuniscano oggi a Washington con gli omologhi colleghi americani per discutere come studiare, ma soprattutto affrontare in spirito di piena collaborazione tra le due sponde dell’Atlantico un problema di sanità pubblica che diventa ogni giorno più drammatico.”