Forse qualcosa a livello nazionale si sta muovendo. E’ del 14 marzo scorso, come si legge nel sito del Senato della Repubblica l’avvio di una discussione congiunta, all’interno della Commissione Sanità e Lavoro, sulla base dei disegni di legge n.246 (del 26 ottobre 2022) n. 400 (del 7 dicembre 2022) e n.546 (9 febbraio 2023) che contengono tutte disposizioni per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante.
La decima Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) ha ancora una volta preso in esame il problema della sindrome fibromialgica che affligge (per difetto) 2 milioni di italiani.
Il dolore rappresenta un sintomo fondamentale di questa patologia e ne è allo stesso tempo la manifestazione principale dato che essa colpisce l’apparato muscolare.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito e riconosciuto la fibromialgia come entità nosologica dato che anche il dolore cronico (quale vissuto dai fibromialgici) colpisce in Europa un adulto su cinque (19 per cento della popolazione) ed è in crescita. In aggiunta alla sofferenza causata dal dolore il paziente può manifestare disturbi del sonno, ridotta mobilità o depressione. Per questi soggetti il dolore rappresenta un ostacolo dal punto di vista fisico, sociale e psicologico.
Il dolore cronico rappresenta una delle forme di sofferenza a più alto costo nei Paesi industrializzati: in Europa, ad esempio, esso causa la perdita di almeno 500 milioni di giorni di lavoro ogni anno, con un costo di circa 34 miliardi di euro. Per fare i conti “spiccioli”. Il non riconoscimento del dolore e delle conseguenze che questo causa nella persona è uno dei principali motivi di isolamento che l’individuo subisce come ulteriore sofferenza. Il Senato della Repubblica si sta dunque impegnando per riconoscere a questi pazienti la condizione di “malati” e di garantirne la credibilità (fatto che al pari della sofferenza fisica crea forte sofferenza psicologica).
Sebbene l’OMS abbia riconosciuto già dal 1992 l’esistenza della sindrome fibromialgica, solo parte dei Paesi europei ha fatto propria questa impostazione; tra questi non figura l’Italia.
Il Parlamento europeo ha invece approvato nel 2008 una dichiarazione che, partendo dalla considerazione che la fibromialgia non risulta ancora inserita nel Registro ufficiale delle malattie nell’Unione europea e che coloro che ne sono affetti effettuano più visite generiche e specialistiche, ottengono un maggior numero di certificati di malattia e ricorrono più spesso ai servizi di degenza, rappresentando così un notevole onere economico per l’Europa.
La regione Veneto ha già inserito questa patologia nel nuovo piano socio-sanitario regionale come malattia ad elevato impatto sociale e sanitario, mentre la regione Toscana ad oggi ha aperto un tavolo tecnico di confronto. Il disegno di Legge in discussione a livello nazionale vuole dare una risposta alle raccomandazioni dell’OMS e del Parlamento europeo assicurando un’uguaglianza nel trattamento di tutti i cittadini affetti da questa patologia su tutto il territorio nazionale.
Questa a grandi linee la situazione ad oggi. Ne diamo conto perché una rubrica come quella che stiamo pubblicando ogni domenica su Siena News, “Compagni di vita” ovvero “scomodi compagni nel viaggio della vita” dà voce a tutte quelle persone che quotidianamente vivono questo disagio e questa frustrazione alla quale, come si legge nel sunto del documento sopra citato, è ora che corrisponda una risposta a livello di supporto medico e nazionale.
Chi soffre di questa patologia attende, soprattutto attende di non essere più invisibile.
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