Nel dettaglio è stata studiata la flora batterica intestinale delle pazienti affette da sindrome di Rett.
La squadra dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese che studia la sindrome di Rett è finita su un’importante rivista statunitense. E’ stato pubblicato su Microbiome un lavoro scientifico sulla alterazione del microbioma intestinale, realizzato in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi, l’Università di Trento e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
«La scoperta di un dismicrobismo – spiega Youssef Hayek, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’AOU Senese – può spiegare il processo infiammatorio, che continuiamo a vedere ripetutamente nella sindrome di Rett, e la stipsi ostinata, che aggrava il quadro clinico».
Nel dettaglio è stata studiata la flora batterica intestinale delle pazienti affette da sindrome di Rett, ed è emersa un’importante alterazione della popolazione microbica intestinale formata da miliardi di batteri e funghi, indicando l’importanza che questa alterazione ha sull’asse intestino-cervello con infiammazione cronica, disregolazione dell’immunità e alterazione funzionale intestinale.
«Il lavoro pubblicato – aggiunge il neonatologo Claudio De Felice – è unico nel suo genere, grazie all’impiego di tecniche molecolari di avanguardia. La scoperta può portare ad una terapia complementare probiotica in grado di migliorare la qualità della vita delle piccoli pazienti».
Per l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese ha partecipato allo studio anche la dottoressa Silvia Leoncini.