Il defibrillatore salva la vita. E il comune di Monteroni ne installa quattro

Il territorio di Monteroni d’Arbia è cardioprotetto. A tutelare il cuore di abitanti e turisti ci sono da giovedì 12 ottobre 4 defibrillatori Powerheart G5 il cui posizionamento è dettato dalla razionalità ed è cucito sull’esigenza pratica dell’area, cercando così di creare una rete funzionale di strumenti salvavita in grado di rispondere velocemente a un’emergenza. Il Comune ha lanciato questo progetto ed è stato sostenuto e portato avanti con tutte le Associazioni presenti sul territorio comunale ed il sostegno di sponsorizzazioni private: organizzando una cena di raccolta fondi che ha visto la partecipazione di oltre mille persone, sono stati raccolti i fondi necessari all’acquisto delle 4 postazioni salvavita.
“Siamo riusciti a realizzare un progetto importante per tutto il territorio – spiega Gabriele Berni sindaco di Monteroni d’Arbia – da un lato perché abbiamo garantito maggiore sicurezza ed attenzione verso la salute e la vita dei nostri concittadini e dall’altro perché siamo riusciti a farlo coinvolgendo e condividendo le idee e le sorti del progetto con tutte le associazioni. I fondi necessari infatti sono stati raccolti durante una cena organizzata lo scorso anno dall’amministrazione comunale che ha visto la collaborazione delle associazioni e la presenza di tantissime famiglie di Monteroni”.


L’inaugurazione dei nuovi strumenti salvavita, che si vanno ad aggiungere a quelli già presenti negli impianti sportivi del Comune, si è svolta giovedì 12 ottobre alla presenza di molti cittadini e rappresentanti delle associazioni che hanno seguito il sindaco e l’amministrazione comunale durante l’inaugurazione itinerante nei diversi luoghi dove sono installati di defibrillatori. I punti dove sono posizionati i DAE sono: a Monteroni d’Arbia in via Roma presso sede Monte dei Paschi di Siena, nella frazione di Ponte D’Arbia lungo la statale Cassia alla casa del popolo, a Ponte a Tressa presso la Farmacia Comunale ed alle Ville di Corsano presso la “casa del dottore”.
“L’obiettivo che abbiamo raggiunto – continua il sindaco – è il coronamento di un percorso lungo fatto con le associazioni del territorio a dimostrazione che insieme si fanno cose importanti. Quello della collaborazione con il tessuto sociale ed il suo sostegno è stato fin all’inizio ed è uno dei nostri obiettivi e rappresenta una caratteristica del nostro modo di lavorare perché siamo consapevoli che solo insieme si cresce, per questo percorso non posso che ringraziare per la loro collaborazione l’assessore Giulia Timitilli per avere seguito l’organizzazione della cena e l’assessore Michela Giannetti per avere curato la scelta degli strumenti e la loro collocazione. Il progetto non si conclude qui, per renderlo il più efficace possibile abbiamo bisogno di persone formate in grado di utilizzare al meglio gli strumenti installati, per questo voglio sottolineare l’importante lavoro che fanno la Pubblica Assistenza e la Misericordia che hanno già organizzato dei corsi di formazione ed altri sono già programmati nei prossimi giorni e per questo siamo tutti invitati a partecipare”.

Arresto cardiaco: è indispensabile il defibrillatore?
L’arresto cardiaco improvviso è l’emergenza cardiovascolare più diffusa nei Paesi industrializzati e tra le prime due cause di morte al mondo, con il 60% dei decessi che avviene al di fuori degli ospedali. Al giorno, in Italia, 200 persone vengono mediamente colpite da arresto cardiaco. A causarlo è la fibrillazione ventricolare, fenomeno che può essere interrotto attraverso uno shock elettrico, una defibrillazione precoce sul torace della persona colpita dal malore. L’efficacia della defibrillazione è strettamente correlata al tempo d’intervento. Secondo gli ultimi studi della comunità scientifica, il tempo massimo non dovrebbe superare i tre minuti dopo un arresto cardiocircolatorio. Il massaggio cardiaco, da solo, non è sufficiente a riportare il cuore al normale ritmo. Per aumentare la speranza di sopravvivenza, è fondamentale intervenire il più velocemente possibile con un defibrillatore. Per ogni minuto che scorre, si abbassa del 10% il tasso di sopravvivenza. (Roger “AHAHeartDiseaseandStrokeStatistics–2011Update”). È da queste premesse che nasce la vera e propria esigenza – perché non si tratta più solo di eventualità possibile – di un sistema d’emergenza territoriale strutturato secondo il modello di una “catena di sopravvivenza”, in grado di consentire una rianimazione cardiocircolatoria precoce. In quest’ ambito, s’inserisce il defibrillatore automatico esterno (DAE), strumento essenziale nella lotta contro la morte per arresto cardiaco improvviso. Il DAE, infatti, è in grado di interpretare il ritmo cardiaco con una sensibilità elevata (che permette una precisione vicina al 100%) e consente una veloce defibrillazione solo in caso di necessità, scongiurando l’avvio di impulsi elettrici se non strettamente necessari.
Uno dei punti di forza di questo strumento è la sua facilità d’uso, in grado di renderlo utilizzabile anche da personale non medico (forze di polizia, vigili del fuoco, volontari del soccorso, persone che abbiano seguito un semplice corso…). Di fatto, un defibrillatore a portata di mano amplia a dismisura la rete dei possibili soccorritori, in attesa dell’arrivo del personale sanitario professionista. Perché più vite vengano salvate, è importante e decisivo che il defibrillatore non venga solo acquistato e posizionato. Bisogna costruire una cultura intorno alla defibrillazione precoce e, allo stesso tempo, è necessario disporre di apparecchiature affidabili e durature nel tempo. Da sottolineare che l’arresto cardiaco, sui luoghi di lavoro, miete 98 volte più vittime degli incendi. A dirlo sono le statistiche ma, come se i numeri non contassero, resta un nodo cruciale da scogliere: gli estintori sono giustamente presenti nei luoghi di lavoro e nei punti di aggregazione. Al contrario dei defibrillatori. Viene da chiedersi il perché, considerando che “cardio-proteggere” un’area o un evento – attraverso la sistemazione di un defibrillatore in un punto strategico – significa diminuire drasticamente i rischi di morte per arresto cardiaco, tra le prime cause di decesso in tutto il mondo.
I defibrillatori scelti per il progetto del Comune sono i Powerheart G5 di Cardiac Science. Cardiac Science è una multinazionale americana, leader del settore, che in Italia ha la filiale da cui gestisce il mercato sud europeo. In Toscana il partner ufficiale dell’azienda è Sienamedical di Stefano Riccucci, azienda storica del settore medicale.