Saranno presentati a Chicago, al 53° congresso annuale dell’Asco-American Society of Clinical Oncology, che si svolge dal 2 al 6 giugno, i risultati di sicurezza dello studio NIBIT-Meso-1, effettuato a Siena all’Uoc Immunoterapia Oncologica e il centro di Immunoncologia, diretti dal dottor Michele Maio, insieme alla Fondazione NIBIT – Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori. Lo studio è il primo in assoluto a valutare un trattamento di combinazione con farmaci immunoterapici nel mesotelioma maligno, tumore raro legato all’esposizione all’amianto, dalla prognosi spesso sfavorevole.
NIBIT-MESO-1 è uno studio clinico condotto in pazienti affetti da mesotelioma pleurico o peritoneale, alla diagnosi o dopo fallimento di una prima linea di chemioterapia; il trattamento prevede l’associazione di due anticorpi immunomodulanti che, in maniera diversa, bloccano segnali inibitori fisiologici della risposta immunitaria, attivando quindi le cellule del sistema immunitario per renderlo più reattivo contro il tumore: il primo anticorpo, tremelimumab, diretto contro CTLA-4, agisce nelle fasi iniziali dell’attivazione della risposta immunitaria, il secondo, durvalumab, è diretto contro PD-L1 e agisce in una fase più tardiva.
“Il trattamento di combinazione con tremelimumab e durvalumab si è dimostrato sicuro nei pazienti con mesotelioma maligno sia in prima linea, che dopo fallimento del trattamento chemioterapico – dichiara Luana Calabrò dell’Uoc Immunoterapia Oncologica, principal investigator del trial –. Sono in corso anche le analisi finali di efficacia. Al momento non vi sono terapie efficaci per curare il mesotelioma maligno e l’immunoterapia potrebbe aprire importanti prospettive di cura”.
Il centro senese di Immunoncologia, insieme alla Fondazione NIBIT, sta portando avanti diversi studi che hanno l’obiettivo di sviluppare nuove possibili combinazioni di immunoterapia, in differenti istotipi tumorali, e migliorare i risultati ottenuti finora con i trattamenti disponibili.
“L’immunoncologia – aggiunge Maio che è anche presidente della Fondazione Nibit – è un nuovo pilastro nel trattamento del cancro, lo dimostra anche la quantità di studi su agenti immunoterapici presentati all’Asco dove oltre il 70% degli abstract ha come tema l’immunoncologia, contro il 2% di appena 10 anni fa. La sfida per il futuro – conclude Maio – è rendere sempre più efficace l’interazione tra il tumore e il sistema immunitario del paziente: se riusciamo a facilitare questa interazione, modificando da un lato il tumore ed il suo microambiente e potenziando, dall’altro, il sistema immunitario, siamo sicuramente sulla strada migliore per ottenere dei risultati più importanti e per far sì che anche i pazienti che oggi non rispondono all’immunoterapia possano trarne beneficio”.
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