Se si misurasse il volume in metri cubi dei farmaci scaduti che troviamo negli armadietti e nei cassetti delle nostre abitazioni ci si riempirebbe facilmente lo stadio Artemio Franchi.
Confezioni su confezioni acquistate con compulsione hanno fatto sì che il 40% dei medicinali conservati dagli italiani abbia superato la data limite per la validità .
Ed in termini economici, visto che buona parte di questi sono rimborsati dal servizio sanitario nazionale, lo spreco è di due miliardi d’euro all’anno, quindi 400 euro per nucleo familiare.
C’è chi paventa come soluzione l’imposizione alle case farmaceutiche di regole sulle confezioni con numeri più adeguati di pillole o fiale per scatola. Ma per il vice presidente dell’ordine dei farmacisti di Siena Alessio Berti questo non farebbe altro che avere risvolti sui costi di produzione ed effetti conseguenti sui prezzi per la popolazione.
Berti poi punta il dito invece sul ruolo dei medici di base, a suo dire meno presenti con i pazienti. “Il lavoro dei farmacisti è triplicato – spiega – . Dobbiamo sostituirci ai medici nello spiegare le determinate terapie, le compliance ed argomenti che prima erano di competenza medica”.
Maggiore attenzione verso i pazienti è sottolineato anche da Giovanni Liserani, della farmacia Quattro Cantoni. “Dobbiamo intensificare il rapporto tra cittadini e medici e anche noi farmacisti dovremo fare la nostra parte e seguire le persone nelle loro necessità e capire quale possa essere la terapia più appropriata da seguire”.
Ad Alessandra Radogna, dalle parafarmacia Conad, tocca dare alcuni consigli: “Acquistate i farmaci solo se sono strettamente necessari e solo su consiglio dei medici per ridurre gli sprechi”.