Emanuele Montomoli, professore di Sanità pubblica all’Università di Siena e chief scientific officer di VisMederi spiega l’utilità della vaccinazione per combattere l’influenza
Arriva l’inverno e con esso torna l’influenza. In questo periodo dell’anno siamo quasi abituati a convivere con starnuti, naso chiuso, tosse e qualche disturbo intestinale, tutti disturbi che si accompagnano al virus influenzale. L’unico rimedio per provare a evitare questa malattia resta il vaccino, che ogni anno, però, cambia. Emanuele Montomoli, professore di Sanità pubblica all’Università di Siena e chief scientific officer di VisMederi, sottolinea l’importanza della vaccinazione per non ritrovarsi a letto, messi fuori gioco dal virus.
I vaccini per l’influenza sono efficaci?
«L’influenza si previene quasi esclusivamente con la vaccinazione, che è molto efficace. I vaccini per questa malattia sono sicuri e sono praticamente privi di effetti collaterali. Il Sistema sanitario nazionale offre la vaccinazione gratuita agli ultra 65enni e alle categorie a rischio, elencate nel decreto ministeriale. Queste sono composte, principalmente, da: soggetti con patologie all’apparato respiratorio, cardiopatici e diabetici».
Quali sono le pratiche quotidiane che possono aiutare a prevenire o a curare l’influenza?
«L’influenza è una malattia respiratoria acuta che si trasmette per via aerea. Per questo è pressoché impossibile prevenirla. Si dice comunemente di lavarsi le mani e di non frequentare luoghi affollati, ma, come sappiamo, questa ultima buona norma è difficile da mettere in pratica».
E usanze tradizionali, come quella dell’aranciata, possono essere utili?
«Sono in realtà delle grandi “bufale”. Ad esempio l’aranciata contiene solo un pochino di vitamina C, che è sì un immunostimolante utile contro qualsiasi forma d’infezione, ma che poi non agisce direttamente contro il virus».
Perché questa malattia ci colpisce maggiormente d’inverno?
«Il virus dell’influenza vive a 37 gradi nell’ospite e sopravvive all’esterno a 4 gradi. Quindi d’estate la propagazione tramite starnuti o cose del genere è molto difficile. D’inverno, invece, il virus si mantiene nell’aria e l’azione del vento lo trasporta».
Come mai ogni anno c’è un nuovo vaccino contro l’influenza?
«Per quello dell’influenza è un virus cosiddetto instabile, perché utilizza l’RNA come materiale genetico. Anche solo nel passaggio da una bocca a un’altra cambia forma leggermente. Normalmente, nel giro del mondo che il virus fa seguendo il fronte del freddo, muta talmente tanto che, quando ritorna in Europa e in Italia, c’è la necessità di un nuovo vaccino. Spesso la mutazione si compie nel sud-est asiatico, dove ci sono nazioni densamente popolate».
Emilio Mariotti