“Spett.le Redazione,
Vorrei girarvi un pensiero di mia nonna che mi ha pregato di rendere pubblica la sua “avventura ” al Poliambulatorio di Pian d’Ovile. Il motivo per cui vi scrivo è che mi ha letteralmente implorato di far conoscere la sua esperienza. Una lettera di lamentela o disservizio? Niente affatto, tutt’altro. Ciò che fa notizia, e purtroppo la cronaca ci ha tristemente abituato, è il caso di mala sanità. Invece è l’esatto contrario quello che vuol far sapere mia nonna, raccontando la grande umanità e squisita professionalità incontrata nel piccolo stabilimento di Pian D’Ovile.
Mia nonna si chiama Cesarina, ha 82 anni e di mondo ne ha visto. Qualche giorno fa si è recata presso la struttura sanitaria per una visita oculistica. Al piano di sopra, per intenderci dove si fanno le file al Cup, ha avuto un malore dovuto, come poi ha appurato la dottoressa Anna Beoni, ad un importante calo pressorio.
E’lì che le si è spalancato un qualcosa che l’ha sorpresa in positivo. E’ rimasta stupefatta dalla macchina di soccorsi che si è attivata in un batter d’occhio. Normale? Sì, siamo in un poliambulatorio, ma quando alla tempestività aggiungi la gentilezza, la professionalità e l’umanità, allora vale la pena sottolinearlo. Ed è così che un giorno di ordinario controllo medico si è trasformato in uno stupore bambinesco. Niente di straordinario, dovrebbe essere l’ordinario, ma la reale gratitudine per quei sentimenti umani combinati alla grande professionalità, hanno riempito il cuore ad una donna impaurita e preoccupata per l’accaduto.
Ed è stato altrettanto meraviglioso ascoltare quello stupore che traspariva dalle sue parole mentre lo raccontava.
Dopo averla soccorsa in barella, le infermiere Laura Finocchi, Paola Pasquinuzzi e la caposala Toniella Muzzi che si sono interessate hanno provveduto alle prime cure. Dopo di che, notata l’ansia, alcune di loro hanno iniziato a parlarle come ad un’amica. La dottoressa in particolare si è scoperta avere la stessa passione per l’uncinetto. Aver raccontato di tutti i lavori, centrini e vari oggetti realizzati ultimamente per la figlia della Tartuca le ha fatto riprendere subito colore. Nel frattempo, altri che avevano notato uno strano movimento al salone dell’accoglienza del poliambulatorio, si assicuravano che stesse bene, avesse le cure necessarie. Un interessamento sincero andato oltre l’aspetto puramente medico.
Mia nonna è uscita un po’ stordita, debole ma tanto felice di aver riscoperto quei valori di una volta, di essersi imbattuta in tanta professionalità, serietà e sensibilità, quelle caratteristiche che ti donano il sorriso, che purtroppo chi lavora in pubblico non sempre ha. Ecco perché l’ordinario a volte è straordinario.
Un grazie particolare alla dottoressa Anna Beoni , alla coordinatrice Toniella Muzzi alle infermiere Laura Finocchi e Paola Pasquinuzzi e comunque a tutta la struttura del Poliambulatorio”.
Lavinia Sarchi
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