Questo è un post che affronta un tema serio. Ne parlo qui perché è proprio sui social network e sul web che si diffondono con un crescendo inquietante gli allarmismi, le falsità e la cattiva informazione sui vaccini. Studio i vaccini da anni, so come se ne testa l’efficacia, conosco quali sono gli effetti. Per questo sento il dovere di oppormi alla pericolosa disinformazione dilagante per sensibilizzare, dal mio piccolo, quanti vivono la vaccinazione dei propri cari – genitori anziani, figli – con grande apprensione. (abbiamo parlato di vaccini anche qui, ieri).
Voglio ribadire che i vaccini rappresentano un successo di enorme portata per la medicina e che la vaccinazione è la strategia di prevenzione più economica, efficace e statisticamente sicura che ci sia, a protezione del singolo e della collettività. La vaccinazione induce una risposta immunitaria che protegge le persone dalla malattia. Il vaccino antinfluenzale è raccomandato nei pazienti con malattie croniche, nei bambini e negli anziani sopra i 65. Nella stagione 2014/15 oltre 6,2 milioni di persone hanno contratto l’influenza, con un incremento rispetto all’anno precedente di 1,7 milioni; il tasso di mortalità è stato 10 volte superiore. La copertura vaccinale, in Italia, negli over sessantacinquenni è scesa dal 70% del 2009 al 49% dello scorso anno. Stiamo assistendo al ritorno di malattie che pensavamo eliminate per sempre, come la difterite, si torna a morire di morbillo e di pertosse, il rischio di epidemie nelle fasce deboli è altissimo. I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità danno al di sotto del 95% le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite, epatite B e pertosse e ancora più bassa (86%) è a percentuale delle vaccinazioni contro morbillo, parotite e rosolia. Sono percentuali che devono farci riflettere. Certo, c’è la cattiva informazione e il terrorismo della rete, ci sono i titoli sensazionalistici dei media che non sempre selezionano con accuratezza le fonti generando panico (il “caso Fluad” è stato emblematico) ma c’è anche poca corretta informazione, manca una grande campagna nazionale sull’importanza della vaccinazione, serve l’approvazione delle regioni su Piano nazionale per la prevenzione vaccinale. Un piano che non si arrenda alle politiche di spending review tagliando sulle coperture destinate alla campagna per la vaccinazione antinfluenzale, dando priorità (come nel caso dell’influenza) a vaccini molto economici che talvolta pagano qualcosa in termini di efficacia rispetto ai vaccini innovativi. Per l’influenza oggi esistono tre prodotti classificati come “potenziati” (uno contenente un adiuvante, uno contenente 4 ceppi invece di tre e uno da somministrare per via intradermica), che purtroppo ancora si aggiudicano percentuali molto basse nelle gare di appalto pubbliche. Domani l’assessore alla salute Stefania Saccardi presenterà la campagna per la vaccinazione antinfluenzale della Regione Toscana, con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di anziani e persone a rischio. L’auspicio è che la Regione Toscana possa fare uno sforzo in più, nonostante i tagli alla spesa sanitaria imposti alle Regioni, per offrire un’ampia copertura vaccinale e soprattutto per rendere disponibili, almeno per le fasce deboli, i vaccini antinfluenzali “di nuova generazione” e di maggiore efficacia clinica.
Emanuele Montomoli
Professore in Sanità Pubblica – Università degli Studi di Siena