Dopo l’intervento del dottor Eugenio Neri in merito alle novità in vigore da ieri nel Servizio sanitario nazionale, anche Marco Iacoboni – responsabile sindacale Cgil all’interno dell’AOU Senese – fa il quadro della situazione.
Da ieri, 25 novembre, in base a oramai vecchie direttive europee risalenti al 2003 mai attuate fino in fondo, tutte le aziende sanitarie dovranno adeguarsi a garantire a tutto il personale 11 ore di riposo giornaliero, con un massimo di 48 ore di lavoro settimanali e 12,50 giornaliere; altrimenti si prevedono fino a 10.000 euro a sanzione. Chi sperava in ulteriori deroghe deve quindi correre velocemente ai ripari…
Per quanto riguarda l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese sono coinvolte 2.753 persone, di cui 560 medici, 1.083 infermieri, 430 oss, 220 tecnici sanitari, 380 amministrativi e 80 dirigenti. Queste persone garantiscono assistenza per 700 posti letto al giorno, con accessi annui da ricovero superiori a 36.000. Negli ultimi tre anni, essendo un’azienda che gestisce accessi complessi, non solo da tutto il territorio senese ma anche dell’area vasta del sud della Toscana (Arezzo e Grosseto), il Pronto Soccorso ha superato i 55.000 accessi, con un aumento esponenziale dei codici rossi. A parità di personale, il lavoro è aumentato e l’AOUS accumula centinaia di migliaia di ore in più lavorate e ferie non godute. Se si dovranno garantire i tempi di riposo, che cosa accadrà? Possibile che tutto si debba ridurre ad una scelta tra quale servizio tagliare o con quale personale garantire assistenza? Primo problema.
L’Azienda, che purtroppo può decidere da sola, ci ha comunicato di voler fissare per tutti i turni serali l’uscita alle ore 20.00: 2.753 persone, su turnazioni diverse, usciranno a quell’ora. Questa novità avrà effetti immediati e pone un secondo problema: il sistema di gestione della mobilità reggerà?
Inoltre si vuole portare il turno di notte fino a 11 ore e 30. E’ sostenibile? E con quali carichi di lavoro? Mentre resterebbe comunque il problema delle sale operatorie, sia per gli interventi programmati, ma soprattutto per le urgenze e per i trapianti. E il medico o l’infermiere che commetterà un errore oltre l’orario consentito di lavoro sarà tutelato? E il malato? Terzo problema.
Dopo aver ascoltato il personale, che naturalmente continueremo ad ascoltare, abbiamo avviato un confronto con l’Azienda assieme alle altre organizzazioni sindacali e posto le nostre criticità. Abbiamo istituito un nostro osservatorio e in queste ore stiamo somministrando ai nostri iscritti, e presto a tutti i dipendenti, un referendum/sondaggio on line sul nuovo orario di lavoro dell’AOUS. Crediamo infatti che non sia più rinviabile l’istituzione di un Osservatorio su queste problematiche che coinvolga anche altre istituzioni cittadine.
Perché se qualcuno si domanda: ma al malato chi ci pensa? La risposta è: ci pensano quelle lavoratrici e quei lavoratori che lo assistono ogni giorno, non certo chi continua a tagliare altri 4 miliardi alla Sanità. Permettere alle persone di lavorare in sicurezza e nel rispetto della legge significa garantire giuste cure al malato.
Marco Iacoboni, FP-CGIL Responsabile AOUS