Stamani c’è stato un confronto tra i professionisti che utilizzeranno le 10 nuove sale operatorie in progettazione al policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena. A disposizione dell’Ospedale ci saranno 8 sale di circa 50 mq e 2 sale ibride di circa 90 mq, finanziate con circa 13 milioni di euro messi a disposizione del Ministero della Salute. All’incontro, dedicato in particolare alle sale ibride, hanno partecipato anche tre esperti del settore che hanno illustrato la loro esperienza nel campo: Alessandro Locatelli, anestesista dell’ Azienda Ospedaliera di Cuneo, Giovanni Tinelli, chirurgo vascolare del policlinico Gemelli di Roma e Alfredo Casasco, neuroradiologo interventista dell’Università di Madrid.
«La sala operatoria ibrida – spiega Silvia Briani, direttore sanitario – è un momento di incontro tra il mondo dell’imaging, che si svolge normalmente in radiologia interventistica, e quello operatorio, andando a completare l’attività chirurgica con la finalità di supportare direttamente la tecnica interventistica o di permettere una valutazione intraoperatoria con un punto di vista immediato e approfondito. Con l’introduzione delle apparecchiature di imaging in sala operatoria si apre la possibilità di eseguire interventi chirurgici con accuratezze impensabili nel passato, e di effettuare interventi particolarmente complessi con tecniche mininvasive su pazienti che altrimenti non potrebbero sopportarle, come ad esempio l’anziano e il bambino».
La progettazione del nuovo blocco operatorio e, in particolare, delle sale ibride, comporta un confronto sulle ipotetiche soluzioni strutturali e tecnologiche».
«E’ necessario individuare prioritariamente il potenziale utilizzo – aggiunge Pierluigi Tosi, direttore generale – la casistica attuale che può avvalersi di tale risorsa, lo sviluppo futuro anche in relazione alle scelte aziendali e alle professionalità che sono e saranno presenti in ospedale. La realizzazione del nuovo blocco operatorio – conclude Tosi – rappresenta un elemento strategico per lo sviluppo delle Scotte, concordato con la Regione Toscana, l’Università di Siena e il Comune di Siena. L’avvio di un confronto costruttivo con i professionisti vuole garantire una pianificazione e progettazione che risponda pienamente all’evoluzione delle problematiche e dei progressi in atto nelle tecniche diagnostiche e chirurgiche».