Grazie alla risonanza magnetica multimodale è possibile, ad esempio, valutare la distribuzione dell’acqua, ottenere una valutazione neurochimica in vivo, misurare la perfusione e la permeabilità dell’encefalo.
La risonanza magnetica è uno strumento che ha cambiato la diagnostica e l’analisi delle malattie. Questo mercoledì esperti provenienti da tutta la Toscana si ritroveranno a Siena per un approfondimento a tutto tondo sull’applicazione della RM multimodale nello studio dell’encefalo. L’evento che avrà luogo al centro didattico dell’AOU Senese, è organizzato dal neuroradiologo Alfonso Cerase dell’UOC NINT del Dipartimento di Scienze Neurologiche e Neurosensoriali del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretto dal professor Alessandro Rossi.
«Il corso – spiega Cerase – è rivolto non solo a medici, tecnici sanitari di radiologia medica e infermieri di neuroradiologia e radiologia, ma anche a tutti quelli che vogliono conoscere caratteristiche ed applicazioni della RM multimodale dell’encefalo, unitamente al corretto utilizzo di una risorsa di tale elevato contenuto tecnologico e culturale. L’obiettivo è favorire la realizzazione delle potenzialità della RM nella quotidiana attività neuroradiologica». Negli ultimi 40 anni, infatti, la neuroradiologia ha ampiamente contribuito al progresso della diagnosi, e quindi della cura, dei pazienti.
«Avvento e disponibilità della RM – aggiunge Cerase – hanno facilmente dimostrato la raffinata e complessa morfologia dell’encefalo. Il progresso tecnologico e lo sviluppo di varie tecniche hanno quindi reso possibile andare oltre l’anatomia e fornire anche informazioni di fisiopatologia, con il risultato di comprendere più profondamente la patogenesi delle sue malattie».
Con le tecniche non morfologiche è possibile, ad esempio, valutare la distribuzione dell’acqua, ottenere una valutazione neurochimica in vivo, misurare la perfusione e la permeabilità, spingendosi fino al livello molecolare.
«Grazie ai più recenti avanzamenti – conclude il professor Rossi – altre tecniche RM stanno iniziando a investigare anche l’affascinante capitolo del funzionamento dell’encefalo, cioè il cervello nel suo complesso e i rapporti con la mente, con rilevanti ricadute cliniche, assistenziali e sperimentali, nell’ambito del più ampio campo delle neuroscienze».