Mesotelioma: Siena spiega il primo studio al mondo, attivato in Italia

Combinare due anticorpi per farli agire su due fasi diverse dell’attivazione del sistema immunitario. In sintesi questo il contenuto di NIBIT MESO-1, primo studio clinico al mondo disegnato e attivato in Italia e presentato in anteprima mondiale.

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E’ stato presentato in Gran Bretagna, dicevamo, al congresso mondiale sul mesotelioma che si è appena concluso a Birmingham, il primo studio al mondo disegnato e attivato in Italia, il NIBIT MESO-1, che utilizza due farmaci immunoterapici che agiscono su fasi distinte dell’attivazione della risposta immunitaria per combattere il tumore. La sperimentazione è stata presentata da Luana Calabrò, immuno-oncologa dell’équipe dell’UOC Immunoterapia Oncologica, del policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, diretta dal dottor Michele Maio (nella foto, sotto).

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“Lo studio – spiega la dottoressa Calabrò – promosso e sviluppato dalla Fondazione NIBIT – Network Italiano Bioterapia Tumori, è il primo al mondo che combina, nel mesotelioma, tumore maligno frequentemente associato all’esposizione alle fibre di asbesto, due anticorpi che, in maniera diversa, mandano segnali alle cellule del sistema immunitario per renderlo maggiormente reattivo contro il tumore. Il primo, tremelimumab, diretto contro CTLA-4, agisce nelle fasi iniziali dell’attivazione della risposta immunitaria, l’altro, durvalumab, diretto contro PD-L1, agisce invece in una fase più tardiva della risposta immunitaria. L’idea è quindi quella di agire su due fasi differenti dell’attivazione della risposta immunitaria ma tra loro complementari”. Si tratta di una sperimentazione di fase 2 che arruolerà in tutto 40 pazienti e che sarà presentata anche all’ASCO, il più importante congresso internazionale di oncologia, che si terrà a Chicago dal 3 al 7 giugno. Lo studio è stato disegnato partendo dai promettenti risultati ottenuti in altre due precedenti sperimentazioni, condotte sempre a Siena e pubblicate dal gruppo diretto dal dottor Maio ad aprile 2015 su “The Lancet Respiratory Medicine” e, nel 2013, su “Lancet Oncology”. “Lo studio pubblicato nel 2015 – aggiunge la Calabrò – ha utilizzato, in pazienti affetti da mesotelioma in fase avanzata, che avevano fallito una precedente chemioterapia standard, una scheda di somministrazione più intensiva ed un diverso dosaggio dell’anticorpo monoclonale tremelimumab incrementando l’efficacia clinica del trattamento, rispetto allo studio già effettuato sempre con tremelimumab dal Centro di Siena nel 2013. Nel NIBIT- MESO-1, quindi, partendo dai risultati promettenti ottenuti con l’anticorpo anti-CTLA-4, abbiamo associato anche l’anticorpo diretto contro PD-L1, farmaco di nuova generazione”. Al momento non ci sono nuove terapie per curare il mesotelioma pleurico e quindi l’immunoterapia oncologica apre importanti prospettive di cura.