Per la prima volta professionisti di tutte le aziende sanitarie, università e liberi professionisti, si sono messi intorno ad un tavolo, in un terreno neutro e comune come l’ordine professionale dei medici, e hanno definito le linee guida dell’appropriatezza prescrittiva dei farmaci. La società invecchia e aumentano quindi i costi sanitari e di farmaci, un problema a cui i medici cercano di dare risposte concrete.
“ Abbiamo lavorato per circa nove mesi ad un tavolo che si è tenuto presso la sede dell’ordine per mettere a punto delle linee guida in cui l’autonomia prescrittiva del medico fosse comunque garantita – ha spiegato il presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri Roberto Monaco – in questo caso prescrivere farmaci appropriati significa anche un risparmio per la sanità e, in questo momento di grandi riforme e tagli della sanità pubblica, è importante che tutti noi facciamo la nostra parte”.
Soddisfatti anche i direttori sanitari del policlinico senese e dell’azienda Usl 7.
“I medici hanno definito da soli le linee guida – ha tenuto a sottolineare il direttore generale della usl7 Nicolò Pestelli – un modo per eliminare una serie di alibi perché niente è stato imposto dall’alto ma condiviso. E’ stato rispettato così un principio etico fondamentale”.
“ Per quanto riguarda il tema delle terapie e dei farmaci, l’appropriatezza è la base per sostenere un percorso in cui venga ben valutata un’azienda – ha detto il direttore sanitario dell’Auo senese Silvia Briani – Abbiamo l’obbligo etico di scegliere la molecola a costo più basso: il farmaco giusto per ogni cosa”.
L’obiettivo è quello di far diventare l’appropriatezza uno strumento di integrazione tra le varie categorie mediche e quello di difendere il servizio sanitario nazionale, la cui sostenibilità passa anche dall’appropriatezza prescrittiva.
“Siamo partiti dai farmaci per l’ipertensione e il colesterolo e abbiamo stabilito un linguaggio comune per parlare con i pazienti – ha detto il vice presidente dell’ordine Giovanni Carriero – che in questo modo si sentiranno più tutelati. E’ importante che tutti noi parliamo una stessa lingua: l’unico modo per fare vera integrazione tra ospedale e territorio”.