Sono già 31 i casi di positività al Coronavirus nella struttura San Raffaele di Roma, che è stata chiusa. E’ stato disposto un cordone sanitario per evitare l’ulteriore propagazione del Covid 19. Si tratta di 9 dipendenti, 2 esterni entrambi familiari di operatori sanitari e 20 pazienti, tutti già trasferiti. Ne dà notizia il quotidiano La Repubblica.
“La struttura – comunica il commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle – sta dando tutta la collaborazione necessaria alla Asl che ha disposto un affiancamento della direzione sanitaria per consentire un miglior supporto per il contenimento del focolaio, la gestione dei casi e il loro tracciamento. È in corso l’indagine epidemiologica innanzitutto sulle procedure organizzative e i percorsi assistenziali: l’obiettivo è quello di identificare una possibile criticità che possa aver agevolato la diffusione del virus tra i reparti a fronte delle misure di prevenzione adottate. Al momento l’ipotesi più accreditata è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell’indagine epidemiologica”.
È intanto confermato il decesso di un paziente, affetto da Parkinson e diabete, risultato positivo al tampone naso-faringeo. Proseguono le attività di test su tutto il personale compresi i consulenti, gli esterni e i pazienti della struttura. Verranno sottoposti ai test anche i dimessi degli ultimi 14 giorni.
Sul posto sono presenti 6 squadre di sanitari per effettuare altri tamponi. Alla struttura sono stati chiesti gli elenchi degli accessi a partire dal 1 aprile nonché il piano presenze di tutti i lavoratori e il registro della rilevazione delle temperature. È stata inoltre disposta un’indagine epidemiologica presso l’European Hospital, struttura di provenienza di alcuni pazienti Covid positivi.
Al San Raffaele per tracciare la presenza del virus sono stati eseguiti circa 300 tamponi. “Ringrazio la prefetta di Roma per l’immediata attivazione delle misure di contenimento” ha detto l’assessore alla sanità Alessio D’Amato. “Prioritario ora è il contenimento del focolaio e il tracciamento di tutti i contatti. Sul posto sei unità operative delle USCA-R e i servizi della Asl Roma 3. Questo focolaio non ci voleva e tutti i nostri sforzi sono adesso concentrati sulla tutela di pazienti e operatori. Poi faremo tutte le verifiche al completamento dell’indagine epidemiologica. Non bisogna abbassare la guardia – continua l’assessore -, lo dico da giorni, va mantenuta alta l’attenzione. Dal quadro fornito dalla Asl Roma 3 emerge un possibile caso indice tra gli operatori e ci aspettiamo un ulteriore incremento dei casi”.
(Foto: La Repubblica)
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