Oculistica: convegno sul crosslinking nel cheratocono

Siena fa scuola in tutta Italia per la cura del cheratocono, grave malattia della cornea. Venerdì 8 febbraio, all’Hotel Garden, si terrà un congresso sul Cross-Linking corneale nel Cheratocono, organizzato dal professor Aldo Caporossi, direttore dell’Oculistica del policlinico Santa Maria alle Scotte e tra i primi studiosi, a livello internazionale, della nuova metodica per la cura di questa patologia, insieme ai collaboratori Stefano Baiocchi e Cosimo Mazzotta. “Il Cross-Linking – spiega Caporossi – è una tecnica parachirurgica in grado di rinforzare la cornea aumentando la sua resistenza biomeccanica e biochimica. Nel 2004 abbiamo ricevuto il premio come migliore ricerca italiana in oculistica dalla Società Oftalmologica Italiana, rappresentante i 7500 oculisti italiani e, da allora, abbiamo formato oltre 1000 colleghi nell’esecuzione di questa tecnica. Abbiamo ideato e fatto costruire uno strumento, che porta il nostro nome, per eseguire questa terapia con caratteristiche uniche, diffuso in tutto il mondo in centinaia di esemplari di cui abbiamo la proprietà intellettuale”. Il professor Caporossi e la sua équipe hanno contribuito attivamente allo sviluppo della sostanza dedicata a questo trattamento, la riboflavina, e hanno organizzato e partecipato a centinaia di corsi e congressi in Italia e all’estero in qualità di istruttori e relatori, corsi abilitanti nazionali ed internazionali per chirurghi esperti di chirurgia corneale, divenendo protagonisti ed opinion leader nel mondo sulla metodica. “Questa terapia – prosegue Caporossi – consente di prevenire i peggioramenti dati dallo sviluppo della malattia, che determina uno sfiancamento irregolare e progressivo della cornea, riducendo la capacità visiva del paziente fino alla necessità di un trapianto corneale”. Ancora oggi il cheratocono rappresenta infatti il 50 % circa delle cause di trapianto di cornea lamellare o perforante. Prima dell’avvento del cross-linking i trapianti di cornea rappresentavano oltre il 54 % degli interventi. “Questa metodica – conclude Caporossi – porterà sicuramente nelle nostre sale operatorie un numero sempre più ridotto di pazienti affetti da cheratocono come già da adesso si percepisce chiaramente. Il congresso rappresenta un interessante focal point e fornirà ai partecipanti tutti gli aggiornamenti sugli sviluppi tecnici, sulle ultime novità, sui risultati del cross-linking accelerato ad alta fluenza e sulla possibilità di personalizzare il trattamento conservativo del cheratocono con il cross-linking corneale in relazione all’età dei pazienti, allo stadio della malattia e alle previsioni prognostiche”.