Oggi è l’ottava giornata mondiale del tumore ovarico. Tra le fondatrici dell’Acto (Alleanza contro il tumore ovarico) Toscana onlus c’è anche Paola Garvin, la dirigente del settore sociale della Regione scomparsa nel gennaio scorso. Per questo l’Acto Toscana dedica la giornata a lei.
“Paola Garvin avrebbe dovuto essere la presidente dell’associazione toscana – dice la presidente Silvia Simoncini -, ma se ne è andata prima. Io ho capito l’importanza di non affrontare in solitudine le terapie e le sfide che questa patologia ti pone, e proprio per questo mi è nato il desiderio di aiutare chi non è fortunata come me a ricevere il sostegno e il supporto necessari”.
“Sono contenta che sia nata un’associazione che pone attenzione su uno dei tumori più pesanti per la salute delle donne, per la quale è importante la prevenzione – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Dico questo anche con un po’ di commozione, so quanto Paola ci teneva e quanto ci abbia lavorato, senza poterne vedere la nascita, perché a lei il tumore ovarico non ha dato scampo”.
Il tumore ovarico è la più grave neoplasia ginecologica, e interessa 760.000 donne nel mondo e 51.000 in Italia. A livello mondiale, rappresenta l’ottava causa di morte tra la popolazione femminile. Di tumore ovarico si ammalano ogni anno poco meno di 300.000 donne in tutto il mondo, 760.000 convivono con la malattia e il tasso di sopravvivenza a 5 anni nei Paesi industrializzati va dal 36 al 46%, mentre è ancora più basso nei Paesi in via di sviluppo. Ma il dato più sconfortante è quello comunicato dalla World Ovarian Cancer Coalition, secondo la quale entro il 2035 le nuove diagnosi aumenteranno del 55% e i decessi del 70%.
In Toscana nel 2018 gli interventi per tumore ovarico sono stati 158.
In Italia sono 51.000 le donne che convivono con questo tumore e anche nel nostro Paese i numeri sono in crescita: infatti nel 2019, 5.300 donne hanno ricevuto una diagnosi di tumore ovarico (erano 5.200 nel 2018) e 3.260 sono decedute nel 2016 (erano 3.186 nel 2015).
La Giornata mondiale è nata proprio per far conoscere questi numeri drammatici e per sensibilizzare sulla malattia il maggior numero di donne possibile.