Salute

Pandemie: tra allarmismo e pericolo reale

Fabrizio Biuso, scientist di VisMederi, spiega la differenza che c’è tra epidemie e pandemie. Non solo, ci racconta anche come nacque l'”aviaria”

“Aviaria”, “suina”, sono nomi di virus che sono risuonati nelle nostre orecchie per molto tempo, mettendoci una certa paura.

Questi parassiti dall’appellativo animale, sono stati chiamati anche “pandemie”. Fabrizio Biuso, scientist di VisMederi, ci spiega cosa sono.

Qual è la differenza tra pandemie ed epidemie?
«L’epidemia è un evento che avviene annualmente, in inverno nell’emisfero boreale e in estate in quello australe. C’è la trasmissione della malattia tra uomo e uomo, come nell’influenza. La pandemia, invece, è più rara e imprevedibile. C’è il contagio, generalmente, tra uccelli e uomini, con una mortalità superiore al 50 %. Il passaggio da uomo a uomo poi, può avvenire nel caso che il virus acquisisca la capacità di adattarsi al corpo umano».

Un virus di origine animale come può contagiare un uomo?
«Innanzitutto, bisogna vedere dove sono più frequenti le pandemie, cioè tra le popolazioni dei Paesi in via di sviluppo. Il prolungato contatto dell’uomo con animali infetti, unito a una igiene insufficiente, può provocare il contagio. C’è, come si dice, una restrizione igienica».

Fabrizio Biuso

Qual è il rischio per una persona che va in Paesi colpiti da una pandemia?
«Dal mio punto di vista, il rischio per una persona adulta e sana che si rechi in luoghi colpiti dal contagio è basso. Ovviamente, chi ha una sistema immunitario più debole, potrebbe essere contagiato con più facilità».

In Italia non c’è il rischio che si sviluppi una pandemia?
«Da questo punto di vista, ci sono controlli molto stringenti. Questo non vuol dire che non si possano sviluppare malattie in allevamenti italiani o europei, specialmente in quelli intensivi. Anche i nostri allevatori, perciò, potrebbero incorrere in un virus mutato. In Italia però, abbiamo un sistema sanitario sviluppato e le persone hanno un’igiene appropriata, quindi abbiamo più possibilità, rispetto ai Paesi in via di sviluppo, di limitare il contagio».

La “suina” era una pandemia?
«E’ nata come una possibile pandemia. Che cos’è successo in quel caso? E’ accaduto che c’è stata una combinazione di un virus suino con uno aviario. Inizialmente, questo ha provocato un grande allarme. Successivamente, grazie al tempestivo intervento delle case farmaceutiche, l’agente patogeno è stato “rallentato, tanto da essere poi declassato in virus stagionale».

Quali sono state le pandemie più pericolose?
«Tutti ci ricordiamo dell’H5N1, detta anche “aviaria”. Vi fu una trasmissione da pollo a uomo e, in alcune regioni del Vietnam, vi fu anche un contagio tra esseri umani. Il virus si manifestava velocemente e nel giro di 48 ore avveniva il decesso.

Ci sono molte case farmaceutiche che stanno sviluppando vaccini contro potenziali virus pandemici».

Emilio Mariotti

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