Salute

Siena e Londra unite per un innovativo studio clinico

Al policlinico Santa Maria alle Scotte è stato elaborato un innovativo studio clinico insieme a a l’ospedale Queen Mary dell’Università di Londra. Si tratta di un marker ecografico per la diagnosi tempestiva dell’ischemia intestinale. La ricerca, appena pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “European Journal of Emergency Medicine”, è frutto di una collaborazione tra l’UOC Medicina d’Urgenza del nostro ospedale, con i medici Fulvio Bruni e Marcello Pastorelli, insieme agli specializzandi Guido Calosi e Carolina Granai, e l’ospedale Queen Mary dell’Università di Londra, con i medici Tim Harris e Stefano Sartini.

«Su 49 pazienti trattati in emergenza – spiega Pastorelli – abbiamo analizzato le alterazioni nella velocità di flusso nei tronchi arteriosi che riforniscono i visceri addominali. Tali variazioni sono visibili con l’ecografia e, se presenti, permettono di dare subito un’indicazione per indirizzare il paziente al percorso diagnostico-terapeutico per il trattamento dell’ischemia intestinale, patologia mortale e difficilmente individuabile nelle fasi iniziali perchè presenta sintomatologia addominale dubbia». E’ quindi importante per la medicina d’urgenza avere marker facilmente individuabili e riproducibili, sensibili e specifici per migliorare la performance sanitaria e gli esiti delle cure.

«Per la prima volta – aggiunge Fulvio Bruni – è stata fatta un’attenta valutazione di queste alterazioni con ecografia bed-side, cioè al letto del paziente. Lo studio proseguirà con un’ulteriore fase, per valutare, in base ai parametri ecografici, le differenze tra i due tipi di ischemia intestinale, occlusiva e non occlusiva, e mettere quindi a punto una diagnosi differenziale». Grazie a queste novità scientifiche sarà quindi possibile impostare percorsi ad hoc all’interno delle strutture di emergenza e pronto soccorso.

«Tale metodica – conclude Pastorelli – è utilizzabile da tutti i medici impegnati nell’emergenza-urgenza e questi marker ecografici, dopo un training adatto, possono essere facilmente individuati potenziando così l’assistenza e la qualità delle cure al paziente, in tempi molto rapidi».

Emilio Mariotti

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