Lo Spi Cgil interviene sul tema della sanità: “Non si perda ulteriore tempo. E’ questo il sollecito che rivolgiamo ai sindaci della nostra provincia. La Regione Toscana ha stanziato diverse decine di milioni per gli investimenti nella sanità regionale, sia verso i presidi ospedalieri che verso strutture decentrate. Come sindacato dei pensionati, quella fascia della popolazione più direttamente coinvolta nella salvaguardia della salute, vogliamo mettere in risalto un fatto per noi molto importante: la carenza a livello delle Società della Salute di una programmazione relativa all’articolazione delle strutture socio-sanitarie nel territorio”.
“L’ultimo atto inerente la collocazione dei presidi – scrivono dal sindacato – risale ad un patto territoriale sottoscritto nel 2014 dagli amministratori locali con l’allora Ausl 7, che è rimasto per gran parte lettera morta. Successivamente, da parte della Asl Toscana Sud Est e delle tre Società della Salute, Amiata-Valdorcia-Valdichiana, Alta Valdelsa e Senese, non è stato fatto nessun aggiornamento o revisione. A nostro avviso una grave negligenza! Si deve recuperare il tempo perduto. Tutti i Comuni della nostra provincia facciano proposte per nuove strutture della salute affinché vengano poi valutate nell’ambito delle SdS e della Asl. Senza dimenticare l’inadeguatezza dei servizi sia come residenzialità che come assistenza a domicilio rivolta alla non autosufficienza”.
“Questo nostro sollecito – dicono dallo Spi Cgil – non vuole alimentare una deriva ‘campanilistica’, ma mettere in risalto la particolarità dei vari territori senza disconoscere la prioritaria esigenza di avere un progetto, condiviso da tutti i componenti delle SdS, in merito alla collocazione dei presidi socio-sanitari su tutta la provincia. Un piano che, partendo dalla mappatura dei bisogni, garantisca una maggiore equità ed omogeneità nel livello dei servizi prestati nelle zone e che non trascuri le aree disagiate e periferiche già sottoposte ad una continua riduzione di altri servizi (chiusura sportelli postali e bancari). Il dramma della pandemia dovrebbe aver insegnato che solo disponendo di un’adeguata organizzazione per l’intervento sanitario nel territorio possiamo affrontare le nuove sfide nel campo della salute. Come sindacato pensionati Spi ribadiamo che non sono necessari solo gli ospedali per la cura delle malattie ma è essenziale anche una strutturata presenza di presidi e servizi decentrati. E’ giunto il tempo di elaborare ed attuare la pianificazione dei servizi necessari nelle nostre realtà locali innovando il sistema attuale attraverso: infermiere di comunità, posti letto di cure intermedie, potenziamento delle case della salute, assistenza a
domicilio, continuità di assistenza tra ospedale e territorio, sanità di iniziativa e ruolo dei medici di famiglia. Si predisponga un piano di riordino di tutta la provincia prevedendo sia la costruzione di nuovi fabbricati che il recupero di edifici già esistenti, se occorre impiegando nella progettazione anche gli uffici tecnici dei
Comuni da affiancare alla ASL, per essere pronti ad utilizzare al meglio quei finanziamenti futuri destinati alla sanità previsti dal Governo e dall’Europa”.