Una rete che vede impegnati in prima linea ospedali e territorio. Un
passo avanti importante per la gestione della patologia delle aritmie
cardiache che può metter a rischio la vita di un paziente. Se ne è
parlato sabato al convegno “Rete per la gestione delle aritmie”,
organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Siena,
presso l’auditorium di Chianti Banca.
“Per la prima volta siamo tutti insieme grazie ad un tavolo che ha preso
vita all’ordine dei medici – spiega il presidente dell’Ordine dei Medici
Chirurghi e Odontoiatri di Siena Roberto Monaco – abbiamo cercato di
trovare scelte condivise che portassero ad un risultato positivo per il
paziente. Oggi con il convegno mettiamo a confronto le nostre diverse
esperienze, mettiamo la base per una rete che possa funzionare
ottimizzando al massimo forze e risorse”.
Le premesse per una rete che unisca ospedali (Scotte, Nottola,
Campostaggia, Abbadia) e territorio (118 e medici di medicina generale)
ci sono.
“L’idea è quella di creare un numero dedicato attraverso il quale il
medico di medicina generale possa segnalare il paziente con il
cardiologo, allo stesso modo se la chiamata arrivasse al 118 il paziente
cardiopatico andrebbe direttamente in cardiologia senza passare dal
pronto soccorso. – spiega ancora Monaco – Inoltre gli ospedali
periferici che hanno in carico pazienti che necessitano di procedure più
avanzate, tramite la rete, potranno interloquire direttamente con le
Scotte. In questo modo diventerebbe una procedura standard costruita per
curare i pazienti con aritmie cardiache”.
“ La mia esperienza personale nella costruzioni di altri tipi di rete –
spiega Roberto Favilli direttore del DAI cardio toracico delle Scotte,
relatore al convegno – si basa soprattutto su rapporti di stima e
credibilità tra professionisti dove questi abbiano la volontà di fare di
più e di costruire qualcosa”.
Un ruolo importante all’interno della rete viene affidato ai medici di
famiglia. “Il medico di medicina generale è una figura distribuita
capillarmente su territorio – ha detto Marco Lorini medico di medicina
generale – che conosce da vicino la storia clinica del paziente. La rete
ci permetterà di abbreviare i tempi di diagnosi e terapia perché potremo
usufruire di strutture altamente specialistiche che fino a pochi anni fa
erano impensabili”.