Le vaccinazioni previste dal piano nazionale di prevenzione potranno tutte essere fatte dal medico di famiglia, in Toscana. Questo l’accordo tra la Regione e i sindacati della categoria. Il coinvolgimento dei medici di famiglia permetterà di raggiungere meglio la popolazione assistita fornendo coperture ottimali per diminuire l’incidenza delle malattie infettive prevenibili e delle loro complicanze.
L’accordo è stato presentato stamani dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, assieme ad Alessio Nastruzzi, segretario regionale Fimmg; gli altri firmatari sono: Intesa sindacale, Rino Foto; Smi, Nicola Marini; Snami, Alessio Lambardi.
“I medici di famiglia hanno avuto sempre un ruolo molto importante nel sistema sanitario toscano – dice l’assessore Stefania Saccardi -, affiancando la struttura pubblica e collaborando attivamente con le aziende sanitarie. Basti pensare a quanto fanno ogni anno per le vaccinazioni antinfluenzali, e al peso che hanno avuto nella campagna straordinaria di vaccinazione antimeningococcica. Con questo accordo, il loro ruolo diventa strategico: i medici di medicina generale divengono in questo modo protagonisti, soggetti attivi coinvolti in tutte le vaccinazioni previste dai Lea (Livelli essenziali di assistenza). La presenza capillare dei medici sul territorio ci consentirà di raggiungere così un maggior numero di cittadini, e aumentare le coperture vaccinali. Un accordo importante, questo, il primo a livello nazionale di questo tipo”.
“L’impegno, supportato dalla nostra Regione, con il quale i medici di medicina generale sono “scesi in campo” nella passata stagione influenzale – sottolinea Alessio Nastruzzi – è stato quello di aumentare i tassi di copertura vaccinale a livelli che competono a una regione ai vertici del sistema sanitario come è la Toscana. Il risultato è stato ottenuto insieme all’ulteriore impegno della registrazione, nel sistema informativo regionale, dei dati delle persone vaccinate, al fine di ottenere un dato certo. Questo modello operativo, che ha coinvolto la stragrande maggioranza dei medici di famiglia, era non solo per la vaccinazione antinfluenzale, ma anche per quella anti-pneumococcica e anti-Herpes Zoster”.
Si parla – è bene chiarirlo – non delle vaccinazioni pediatriche, ma di tutte le vaccinazioni che riguardano adolescenti e adulti (vedi più avanti l’elenco delle vaccinazioni, e i destinatari). Finora i medici di famiglia sono entrati in campo solo per le vaccinazioni antinfluenzale, antipneumococcica e antizoster (queste due, proposte assieme alla vaccinazione antinfluenzale), e antimeningococcica C. Per tutte le altre vaccinazioni, i cittadini dovevano rivolgersi ai distretti delle Asl. Con questo accordo, i medici di famiglia assumono l’impegno di eseguire nei propri ambulatori tutte le vaccinazioni previste dal Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019; e l’impegno non si limita alla sola esecuzione della vaccinazione, ma prevede una partecipazione attiva del mmg in tutte le fasi, dalla promozione al monitoraggio. Il mmg è infatti una figura cruciale nella prevenzione vaccinale, che può efficacemente contribuire a ristabili re la fiducia dell’assistito, promuovendo una convinta adesione alle campagne e al calendario vaccinale.
L’impegno della registrazione da quest’anno diventa obbligatorio, ma il dato più saliente dell’accordo riguarda la possibilità dei medici di medicina generale, anche previo consulto online dello stato vaccinale di un proprio assistito, di effettuare le vaccinazioni previste nei Lea (Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-19) anche nel proprio ambulatorio, tramite accordi con le aziende sanitarie, che dovranno provvedere alla fornitura dei vaccini ai medici. Sono inoltre previsti corsi formativi per la categoria.
Questo accordo, di rilevanza nazionale è il primo in Italia che va in linea con quanto previsto nel preaccordo del nuovo Accordo collettivo nazionale della medicina generale.
Queste le vaccinazioni che l’accordo affida alla medicina generale:
– antinfluenzale (stagionale) per ultrasessantacinquenni e categorie a rischio;
– antipneumococcica (una volta nella vita): al compimento del 65° anno e categorie a rischio; + Pneumo 23 a pazienti affetti da BPCO dopo vaccinazione con Prevenar 13;
– antimeningococcica C: adolescenti non vaccinati nell’infanzia o come richiamo ACYW 135, e categorie a rischio
– antizoster (una volta nella vita): al compimento del 65° anno e categorie a rischio;
– antitetanica (difterite tetano pertosse) (periodica): categorie a rischio + richiamo decennale;
– HPV: vaccinazione e/o richiamo al 12° anno;
– antiepatite A e B: adolescenti non vaccinati e categorie a rischio;
– morbillo-rosolia-parotite-varicella (vaccinazione con 2 dosi di MPR): adolescenti quando non risultasse effettuata anche una sola delle vaccinazioni; donne in età fertile non vaccinate anche per una sola delle vaccinazioni; categorie a rischio;
– haemophilus influenzae tipo b (Hib): categorie a rischio qualora non effettuata in età infantile.
Tutti i cittadini – specifica l’accordo – hanno diritto ad usufruire gratuitamente delle vaccinazioni contenute nel Calendario vaccinale 2017-2019, secondo le modalità e i tempi da esso previsti, per il raggiungimento delle coperture individuate come ottimali. Le vaccinazioni dovranno essere somministrate in applicazione del calendario vaccinale regionale vigente.
I mmg dovranno segnalare tempestivamente eventuali reazioni avverse ai vaccini; e dovranno garantire la conservazione dei vaccini in frigoriferi idonei.
Qualche dato sulla copertura vaccinale
Per l’influenza, l’obiettivo minimo (fissato dal Ministero della salute) è del 75%; l’obiettivo ottimale è del 95%. Nella stagione 2018-2019 in Toscana è stato raggiunto il 56%.
Per il meningococco con vaccino ACWY, la copertura prevista dal Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-2019 era del 60% per il 2018, 75% per il 2019, e del 95% per il 2020. Nel 2018 in Toscana la copertura per i nati del 2002 è stata del 79%.
Per morbillo-parotite-rosolia. Copertura prevista dal PNPV: 95% per ciascuno dei tre anni 2017-2018-2019. In Toscana nel 2018 la copertura per i nati nel 2002 è stata dell’89,38%.