Verso il Piano sanitario regionale: il Pd della Valdelsa presenta le sue proposte per l’ospedale di Campostaggia

Un rinnovamento del sistema sanitario di tutta la Toscana, basato sull’efficienza e la razionalizzazione dei costi, con l’obiettivo di fornire i migliori servizi ai cittadini anche in questo momento caratterizzato dalla presenza di minori risorse finanziarie. È questo lo scopo del Piano sanitario integrato regionale 2012-2015 in discussione a breve in consiglio regionale, che redisegnerà la rete ospedaliera su tutto il territorio con conseguenze anche sull’ospedale di Campostaggia, punto di riferimento sanitario per una popolazione che va oltre i 60 mila abitanti dell’Alta Valdelsa, arrivando a circa 100 mila considerando anche la Valdelsa empolese, il Chianti fiorentino e senese e Volterra. Il Partito democratico della Val d’Elsa, che segue da anni con attenzione la situazione del polo ospedaliero del territorio, intende aprire un confronto chiaro e trasparente con le istituzioni, la governance dell’azienda Usl 7, gli operatori, i cittadini e con il mondo del volontariato per capire cosa prevede questo nuovo piano organizzativo e le conseguenze che potranno esserci per l’ospedale di zona.

 

“Siamo consapevoli – dichiara Marco Antonelli, coordinatore di area del Pd valdelsano – della fase innovativa che sta per aprirsi con il Piano sanitario integrato della Regione, che contiene disposizioni organizzative per i prossimi tre anni, e vogliamo essere presenti, come forza politica, in questo importante processo. Già in passato, infatti, il nostro impegno è stato importante in momenti di grande innovazione, come per il progetto di realizzazione del monoblocco di Campostaggia che ha consentito di accorpare le efficienze dei tre ospedali comunali di Colle di Val d’Elsa, Poggibonsi e San Gimignano. Come forza riformista e non conservatrice, infatti, vorremmo aprire un confronto chiaro e trasparente in tutta la società valdelsana, per analizzare l’attuale situazione del nostro ospedale di zona, rilevarne le problematiche e avanzando alcune proposte in modo da renderlo sempre più efficiente”.

 

“L’ospedale di Campostaggia – continua Antonelli – rappresenta una realtà positiva del nostro territorio, scelta anche da molte persone che non risiedono in Val d’Elsa. La struttura svolge in modo eccellente le sue funzioni e fornisce una buona risposta ospedaliera, contribuendo in modo positivo alla rete sanitaria territoriale e poliambulatoriale della nostra zona, ma siamo consapevoli che esistono ancora miglioramenti da fare. Il processo organizzativo aziendale, predisposto e approvato dalla governance della Usl 7 nel 2010, ha rappresentato un passo importante per la struttura, consentendo l’introduzione di innovazioni importanti mirati alla sostenibilità, alla prossimità e all’individuazione dei migliori processi e percorsi in grado di rispondere alle esigenze di salute con un approccio multidisciplinare che prevede l’organizzazione della rete ospedaliera della Usl 7 e la collaborazione con gli ospedali di Nottola e di Abbadia San Salvatore, e l’integrazione con il Policlinico Le Scotte di Siena. C’è sicuramente ancora molto da fare per rendere efficiente la risposta ospedaliera del territorio. Intanto però, dai confronti che vogliamo aprire con vari soggetti, vorremmo avanzare le nostre proposte per l’ospedale di Campostaggia”.

 

“Il bacino di utenza dell’ospedale di Campostaggia – aggiunge Pierluigi Marrucci, responsabile commissione sanità del Pd della Valdelsa – è molto più esteso rispetto al territorio di riferimento. Ciononostante la struttura si è dimostrata efficiente sia per i ricoveri che per le strutture di deospedalizzazione, che hanno consentito di evitare l’esubero di richieste di degenza e le liste d’attesa, assicurando allo stesso tempo le cure necessarie per chi ne aveva bisogno. La qualità delle prestazioni erogate è elevata, come dimostrano i dati rilevati dal Laboratorio Mes dell’Istituto Sant’Anna di Pisa, che evidenziano un’efficacia clinica molto alta sia in ambito medico che chirurgico”.

 

“La struttura però – continua Marrucci – può ancora migliorare. Il processo organizzativo approvato dalla Usl 7 nel 2010, infatti, conteneva degli impegni che ancora non sono stati del tutto realizzati. In base a quanto predisposto in questo documento e in vista del Piano sanitario integrato regionale 2012-2015, vorremmo ricordare le nostre proposte, che puntano in primo luogo alla necessaria copertura dei primariati di ostetricia, ginecologia e di pronto soccorso, ormai vacanti da tempo, e quello di cardiologia, per consentire di realizzare quella unica unità operativa progettata da tempo. Per rientrare nel gruppo B definito dal piano regionale, evitando un declassamento e l’accorpamento di alcuni reparti in altri poli ospedalieri, diventa necessario garantire la presenza della guardia medica in area chirurgica e in radiologia 24 ore su 24. Le nostre proposte sono orientate, inoltre, alla realizzazione di una sub-intensiva, utilizzando alcuni letti del reparto di medicina; il consolidamento dell’attività di oncologia, strutturando il servizio con un’unità operativa semplice; il proseguimento dell’attività di chirurgia robotica, portando avanti la convenzione in vigore già da tempo con il policlinico Le Scotte”.

 

“Il nostro impegno e le nostre proposte – concludono Antonelli e Marrucci – non vogliono essere fraintese per una difesa campanilista e tout-court dell’ospedale di Campostaggia. Crediamo, però, che la rete ospedaliera della provincia di Siena, composta da Nottola, Campostaggia e Abbadia San Salvatore, rappresenti nella sua articolazione territoriale e nei valori professionali espressi, un patrimonio da tutelare e consolidare, con l’adozione di forme di integrazione e di sinergie che consentano, allo stesso tempo, di conservare l’autonomia di ciascun presidio, garantendo così la circolazione dei professionisti, l’eliminazione di sprechi e doppioni e l’innalzamento della qualità del sistema. La razionalizzazione delle risorse, però, non può essere realizzata semplicemente con un accentramento nel plesso più grande. Per affrontare una questione così ampia e complessa riteniamo giusto aprire un confronto che coinvolga i Comuni, la Regione e la Società della salute valdelsana; la governance dell’azienda Usl 7 e dell’azienda ospedaliera, per comprendere le loro intenzioni nel breve e lungo termine; gli operatori; i cittadini e il mondo del volontariato, verso i quali abbiamo il dovere di condividere un processo di rinnovamento con la massima trasparenza”.