Dopo quattro partite giocate è sempre presto per guardare la classifica. Ma le prime indicazioni sono comunque emerse riguardo a questo campionato fino a questo momento molto strano e particolare. Tra le grandi la situazione è molto ingarbugliata, tra formazioni che hanno già cambiato allenatore (l’Inter del neo mister Ranieri), altre che alternano ottime prove a prestazioni più buie (Napoli, Lazio e Juventus, con il team di Conte comunque in testa assieme all’Udinese), altre che ancora non hanno assimilato le idee del nuovo tecnico (la Roma di Luis Enrique, comunque in crescita) e altre ancora che, forse a causa degli infortuni, non esprimono al momento il loro calcio migliore (il Milan).
Ma la Robur è interessata soprattutto alle vicende delle cosiddette piccole, vale a dire quelle squadre che lotteranno per non retrocedere. Al riguardo ci sono già indicazioni nette ed importanti. L’Atalanta ha collezionato dieci punti in quattro gare: senza la penalizzazione sarebbe da sola in testa alla classifica. Squadra e ambiente sono compatti, il team gode di individualità molto importanti come Denis, Moralez, Schelotto, Cigarini, Manfredini: la qualità c’è, se continueranno così i bergamaschi non avranno grandi difficoltà a salvarsi.
Bene sta facendo il solito sornione Chievo, capace già di conquistare 7 punti superando in casa due avversarie ostiche: prima il Napoli e poi il Genoa. I veronesi hanno perso, rispetto alla scorsa stagione, uomini importanti del calibro di Mantovani, Constant, Bentivoglio ma hanno ritrovato il loro vecchio timoniere Di Carlo: con un gioco semplice ma efficace i punti continuano ad arrivare.
Il Catania di Montella segna poco (due reti in quattro partite) ma ottiene un punto d’oro contro la Juventus e, come la Robur, in questo momento sorride guardando la classifica che le assegna 5 punti dopo 4 gare.
Dopo la notte di gloria contro l’Inter il Novara (4 punti) torna invece sulla terra con la sconfitta patita a Bergamo: troppo semplice si era rivelata la vittoria contro la formazione ancora allenata da Gasperini e troppi facili entusiasmi si erano creati in terra novarese.
Un gradino sotto (3 punti) ci si inizia a preoccupare: Parma e Lecce stanno vivendo un inizio di stagione non semplice. I gialloblu hanno un organico di tutto rispetto ma nonostante la qualità di Giovinco e Biabiany e l’esperienza dei vari Zaccardo, Morrone, Floccari e Crespo i gialloblu non riescono ancora a suonare uno spartito unico. A tre punti c’è anche il Lecce, una squadra che ha scarsa qualità e non ottima organizzazione: la Robur gliele ha suonate.
Il Bologna di Bisoli è stato talvolta sfortunato (vedi gara con la Fiorentina) ma la difesa, con otto reti subite (peggio ha fatto soltanto il Parma con nove), è uno dei punti deboli di un gruppo che in attacco non sta avendo quasi niente da Di Vaio e Acquafresca.
In fondo alla classifica con quattro sconfitte in quattro gare c’è il Cesena di Giampaolo: squadra apparsa finora scollegata tra un reparto e l’altro e, soprattutto quando va a giocare in trasferta, piuttosto rinuciataria e troppo attendista. Mutu e Candreva non possono da soli fare miracoli.
Gennaro Groppa