Pietro Aradori
Tra i tanti protagonisti biancoverdi di una serata indimenticabile, gli eroi sono soprattutto tre giocatori. Nikos Zisis è il cervello del team, capace di trasformarsi in straordinario realizzatore quando la squadra ne ha bisogno. Lo aveva fatto nella scorsa stagione, nel periodo in cui mancò per infortunio McCalebb, lo sta facendo anche quest’anno. In doppia cifra già dopo sette minuti, ha guidato la squadra in un difficile inizio di gara, quando i catalani del Barcellona hanno cercato di far valere la maggiore stazza e lo straordinario talento per indirizzare in loro favore la sfida.
Poi Igor Rakocevic che alla fine mette insieme 21 punti. “Scusate se ci ho messo un po’ per entrare in forma – ha detto alla fine il play guardia serbo – ma non ho fatto tutta la pre stagione. Avevo bisogno di un po’ di tempo per tornare al top della condizione”. Contro il Barcellona ha giocato da leader, prendendosi tiri difficilissimi e facendo girare ottimamente la squadra anche quando Zisis era in panchina a rifiatare.
Infine Pietro Aradori, una scommessa che ormai può dirsi quasi vinta. Mai lo avevamo visto a questi livelli in Eurolega, per di più contro un top team (forse la formazione più forte di tutte nel vecchio continente) come il Barcellona. Con coraggio ha cercato penetrazioni che fino a ieri non avrebbe tentato, a dimostrazione dei suoi enormi progressi sia fisici che mentali. Si è sentito protagonista e lo è stato fino in fondo, segnando con estrema freddezza i due liberi del definitivo sorpasso al Barça. Grande merito a Pietro ma anche allo staff biancoverde che lo ha curato e preparato al meglio, con l’obiettivo di farlo diventare un grande giocatore a livello europeo. E’ sulla buona strada per esserlo presto. Ha giocato 22 minuti segnando 20 punti, i più difficili e importanti nell’infuocato finale di match. Ha la migliore valutazione tra i giocatori della Mens Sana. Lui e Rakocevic hanno segnato 24 dei 30 punti che la Montepaschi ha segnato nell’ultimo quarto, un parziale terminato 30-15 per i biancoverdi.
Gennaro Groppa