Anche quest’anno, come ormai da tradizione, la scuola media “San Bernardino” si farà promotrice di una delle iniziative didattiche sicuramente più interessanti e stimolanti nel campo delle offerte formative attivate dagli istituti della nostra provincia, vale a dire la “settimana pedagogica”: cinque giornate, dal 20 al 25 febbraio, nel corso delle quali verrà data l’opportunità ai propri allievi di partecipare e dedicarsi ad attività (manuali, artistiche e sportive) diverse rispetto a quelle tradizionalmente inserite nei programmi ministeriali, creando così i presupposti per lo sviluppo di nuovi interessi da parte dei ragazzi e la scoperta magari di loro insospettate abilità manuali, motorie o espressive.
Fra i vari percorsi orientativi in cui gli alunni avranno modo di cimentarsi, emerge per novità e contenuti quello introduttivo alla “nobile arte” del pugilato, diretto dal Tecnico d’élite David Borgogni della Boxe Siena Mens Sana che, per i risultati sportivi ottenuti, è elemento d’eccellenza e di orgoglio per lo sport senese in generale. Sarà l’occasione per svelare ai ragazzi la vera essenza della disciplina, guidarli al loro primo approccio alle tecniche di base della scherma pugilistica attraverso metodi di allenamento ideati per l’occasione, da svolgersi in assoluta sicurezza e di cui verrà opportunamente esaltata la dimensione ludica ed aggregativa. Non è un caso che questa opportunità sia stata offerta proprio dalla scuola, in quanto il pugilato – disciplina che insegna il confronto con gli altri nel rispetto assoluto delle regole – si trova a condividere con essa lo stesso orizzonte educativo e la medesima ambizione a trasmettere ai giovani regole comportamentali da applicarsi nella vita di tutti i giorni. Merita di sottolineare come l’opportunità di promuovere il pugilato dilettantistico all’interno delle scuole sia al centro di un progetto educativo sviluppato dalla stessa associazione sportiva Boxe Siena Mens Sana, intitolato P.E.S. (Pugilato Educativo Scolastico – Profili educativi della disciplina pugilistica nell’età scolare in contesti di bullismo e violenza giovanile), che si propone di intervenire nell’educazione e nell’orientamento dell’aggressività dei giovani e che muove dalla volontà di sfruttare le prerogative pedagogiche del pugilato dilettantistico in un’ottica di prevenzione e di contrasto ai fenomeni delle violenze e delle prepotenze sistematiche perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei prevalentemente in ambito scolastico.
Permettere un evento del genere all’interno della cornice scolastica dà prova innanzitutto di una spiccata sensibilità e apertura da parte di docenti e dirigenti scolastici nell’aver compreso la complessità e la profondità di una disciplina dalle straordinarie potenzialità educative, e testimonia la volontà di superare l’atteggiamento diffidente di chi ancora individua nel pugilato uno sport violento senza conoscere ciò che realmente rappresenta in termini di valori e comportamenti. “La scuola media San Bernardino di Siena è felice di accogliere il progetto di “educazione pugilistica in età scolare” che ruota intorno al tema della “paura del confronto” – osservano gli insegnanti di scienze motorie Beatrice Vannoni e Giampaolo Lucatti – “La boxe è uno sport auto-disciplinare con delle regole molto precise, capace di sviluppare onestà, lealtà e rispetto dell’avversario, principi questi fondamentali nelle prime fasi dell’età evolutiva, utili agli uomini e alle donne di domani”. “E’ un progetto al quale stiamo lavorando da tempo” – ha commentato il Tecnico David Borgogni – “e che ci darà l’opportunità di far avvicinare i giovanissimi ad uno sport che troppo spesso e ingiustamente viene ritenuto solamente violento. “Ringrazio i dirigenti e i docenti della Scuola San Bernardino – ha continuato Borgogni – che con grande disponibilità e collaborazione hanno reso possibile la realizzazione di questa iniziativa e mi auguro che altre scuole seguano il loro esempio”.
Sulla base della concreta esperienza dei Maestri Borgogni (padre e figlio) che da decenni oramai sono intenti nel trasmettere la cultura della non violenza alle nuove leve che con il tempo si alternano nell’apprendimento della disciplina, è stata maturata l’idea che sia possibile prevenire (e non esclusivamente “curare” attraverso le punizioni) gli atti di bullismo giovanile solo se si interviene educativamente su chi potenzialmente è in grado di commetterli, se lo si aiuta cioè a formarsi caratterialmente in maniera tale da renderlo capace di conoscere la propria aggressività e le proprie paure dalle quali essa trae origine, per essere in grado poi di controllarla nel momento in cui essa sta per essere innescata.
Sulle attività proposte dal progetto è stato particolarmente significativo il coinvolgimento dell’ Ufficio Servizi Sociali per minorenni preseduto dall’A.S. Laura Vannucci e il parere positivo espresso dalla Prof.ssa Anna Coluccia, docente di Criminologia presso il Dipartimento di Scienze Medico Legali della Facoltà di Medicina e Chirurgia.